Terremoto in Basso Molise: il PD interroga Toma. Fanelli: “Perché non è stata richiesta la proroga dello stato d’emergenza?”

Nonostante siano passati tre anni dal terremoto che nell’agosto 2018 colpì il Basso Molise, nonostante ci siano 39 milioni di euro a disposizione, nonostante il Presidente Toma abbia preteso e sia stato nominato Commissario straordinario dal Governo nazionale nel 2020, la ricostruzione non è ancora nemmeno cominciata.

Per comprendere quale sia, nel dettaglio, la situazione e conoscere le azioni a tutela delle popolazioni dei Comuni interessati dal sisma del 2018, i Consiglieri regionali del Partito Democratico hanno protocollato in Consiglio una specifica interrogazione indirizzata al Presidente e Commissario Donato Toma.

Un atto sollecitato da più parti, dai Sindaci alle persone sfollate, che da oltre 3 anni vivono lo sconforto dell’inazione e dell’incertezza, consci che la mancata ricostruzione sta determinando anche un consistente spreco di soldi pubblici destinati all’autonoma sistemazione per centinaia di famiglie senza più casa.

A titolo di esempio, solo il comune di Montecilfone (il più colpito insieme a Palata, Acquaviva Collecroce, Guglionesi e Larino) spende 31 mila euro al mese per pagare il fitto alle famiglie sfollate e che tale agevolazione è terminata il 6 settembre 2021 con la fine dello stato di emergenza, creando ulteriori disagi agli sfollati.

Perché non è stata richiesta la proroga dello stato d’emergenza? Questo uno dei punti che Toma dovrà chiarire e che ha spinto il Gruppo Pd a depositare proprio in questo momento una interrogazione per fare chiarezza. E se perdurerà questo stallo, visto che bisogna ancora approvare i piani della ricostruzione, passeranno ancora anni prima che le persone possano rientrare nelle proprie case.

Una situazione inaccettabile, soprattutto perché per la ricostruzione sono già disponibili 39 milioni di euro nella apposita contabilità speciale aperta presso la Tesoreria dello Stato e sono fermi. Fondi, però, insufficienti, stando alle schede inviate dai Sindaci, da cui risulterebbero 333 edifici privati da ricostruire in tutto il cratere sismico, per circa 42 milioni di euro di fabbisogno stimato, ed oltre 50 invece sono gli edifici pubblici, per circa 10 milioni di euro.

Questi ed altri i motivi di preoccupazione che hanno spinto i Consiglieri Fanelli e Facciolla a chiedere conto al Commissario Toma attraverso l’interrogazione a risposta scritta protocollata oggi in Consiglio Regionale.

“Ringraziamo pertanto chi ci ha sollecitato a svolgere questa azione di controllo e di stimolo” sottolinea il Capogruppo Fanelli “amministratori e militanti che hanno a cuore il destino delle popolazioni colpite e che non si fermeranno qui nelle azioni di richiesta per far valere i loro diritti”.

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