La crisi economica e lavorativa che sta affliggendo in maniera così evidente e spietata il territorio locale deve divenire una priorità per il governo regionale che non può dirsi sordo alle richieste dei cittadini.
Gli indignati che si attribuiscono il merito dell’abrogazione del famigerato articolo 7 (il bonus di oltre 2 mila euro non rendicontabile), pretendono ora che da via IV Novembre si faccia qualcosa per riportare un minimo di equità in un contesto molisano in cui ci sono, da un lato i fortunati della politica e dall’altro, le persone ‘normali’ che ogni giorno, con sforzi immani per non cadere nella disperazione più totale, devono fare i conti con licenziamenti, cassa integrazione e disoccupazione.
“I sei mila molisani – ribadisce Di Lisa – non possono essere offesi nel vedere un’importante proposta di legge ferma in prima commissione dallo scorso mese di gennaio”.
Dopo aver sottolineato ancora una volta come nell’aula di palazzo Moffa l’opposizione sia praticamente inesistente, il primo cittadino di Roccavivara passa in rassegna i vari disastri del Molise, a partire da quello della sanità dove ad “averne trovato giovamento è stato esclusivamente Aldo Patriciello, ormai unico vero padrone sia del centrodestra che del centrosinistra”.
Gli indignati ci vanno giù duro anche con l’attuale governatore verso il quale i cittadini devono ribellarsi perché “in qualità di presidente deve decidere sulle centrali a Biomasse, ma dall’altro canto è anche un imprenditore”.
Proprio dalla volontà dei numerosi cittadini che hanno sottoscritto la proposta di legge gli indignati si sentono legittimati ad andare avanti e a mettere in atto azioni di ‘forza’, mentre sull’articolo 7 invitano gli organi competenti a certificare se effettivamente il denaro preso indebitamente dai rappresentati di palazzo Moffa sia stato restituito.