FABIANA ABBAZIA
Una lettera al Prefetto di Campobasso per chiedere se, per quanto sta accadendo al Comune di Sepino, possa ipotizzarsi l’abuso d’ufficio. È questo quanto è stato messo nero su bianco dal decaduto consigliere comunale Antonio Maglieri. Nel mirino dell’ex esponente municipale una serie di atti del sindaco Filomena Zeoli.
I fatti risalgono allo scorso 30 marzo 2015, quando Maglieri con atto deliberativo viene dichiarato decaduto per non aver preso parte per la terza volta consecutiva alla riunione dell’assise comunale.
Nell’atto di decadenza viene sottolineato come Maglieri non abbia prodotto alcun documento per giustificare la propria assenza. Documento questo, che come si legge nella missiva indirizzata al Prefetto, era stata protocollata al Comune il 28 novembre del 2014.
Nel mirino di chi si appella all’Ufficio del Governo per poter fare chiarezza sui fatti, c’è però anche la gestione, da parte del primo cittadino, delle surroghe dei consiglieri decaduti, che non avrebbero tenuto conto della normativa e dello stesso parere dell’Anci, Associazione nazionale Comuni italiani, che si è espressa sulla questione di carattere generale.
Dopo la decadenza di Maglieri e sempre in data 30 marzo, infatti, con delibera numero 7 il primo cittadino ha invitato il primo dei non eletti a trasmettere una dichiarazione sulla propria compatibilità all’incarico e a partecipare al successivo Consiglio comunale per la relativa surroga. Il 13 aprile scorso quest’ultimo viene poi consegnata una nota che gli ‘ricorda’ di produrre la documentazione già richiesta entro e non oltre il 16 aprile.
La mancata presentazione di tale certificazione, viene specificato nel documento, sarebbe stata considerata rinuncia tacita alla carica di consigliere con conseguente nomina del secondo dei non eletti nella lista. Ed è proprio a questo punto che, come si intuisce dalla nota di Maglieri al Prefetto, potrebbe essere accaduto qualcosa di strano. Un probabile inizio di una serie di procedure seguite in difformità dalla normativa vigente.
La medesima nota inoltrata al primo dei non eletti viene nel frattempo inoltrata anche al secondo, il quale sulla stregua del primo non presenterà questa documentazione e così, nel Consiglio del 24 aprile la surroga del consigliere decaduto viene nuovamente rinviata. Lo stesso meccanismo procederà fino ad arrivare al nono dei non eletti che, presentando la documentazione richiesta dal sindaco, potrà entrare in Consiglio: Cesare Iamartino.
In realtà, a mettere in discussione l’operato del primo cittadino, oltre all’esposto presentato al Prefetto, anche il comma 4 dell’articolo 38 del Tuel, tra l’altro citato ampiamente nel medesimo parere dell’Anci. Il comma recita infatti: “I consiglieri entrano in carica all’atto di proclamazione ovvero, in caso di surrogazione, non appena adottata dal consiglio la relativa deliberazione”. La medesima surroga è poi disciplinata dal comma 1 dell’articolo 45 del Tuel, secondo il quale “l’ultimo eletto è il consigliere che proclamato dall’adunanza dei presidenti delle sezioni elettorali è entrato in carica ed è stato convalidato nella prima seduta del consiglio comunale. Il candidato che lo segue conserva il diritto di diventare consigliere in caso di dimissioni dalla carica di un consigliere della stessa lista e non può essere privato di questo diritto, se non con esplicita dichiarazione di ineleggibilità o di incompatibilità ad opera del consiglio, oppure con la presentazione di dimissioni, ma solo dopo essere entrato in carica a seguito dell’adozione da parte del consiglio della delibera di surroga”.
Dunque, così come stabilisce la legge l’incompatibilità non può essere autodichiarata, in quanto essa dipende da esplicita dichiarazione del Consiglio che solo in questo caso va ad annullare il diritto di surroga.
Insomma, un grattacapo per il Prefetto al quale spetterà esprimere un parere, mentre sullo sfondo resta anche la paventata possibilità che alcuni vizi potrebbero condurre all’annullabilità di alcuni atti che in questi mesi sono stati prodotti dall’assise comunale.
Al momento, però, un’unica cosa sembra essere certa ed è quella che a Sepino, così come in numerosi altri centri del Molise, la campagna elettorale è entrata già nel vivo.