Botta e risposta a distanza tra il ministro alla Sanità Giulia Grillo e il governatore del Molise, Donato Toma.
A far infuriare il numero uno del Molise le parole pronunciate dall’esponente del Governo in un’intervista all’Adnkronos circa la nomina del commissario alla sanità non solo nella ventesima regione, ma anche in Campania e in Calabria, dove già erano stati paventati i nomi di generali dell’Arma dei Carabinieri.
La dichiarazione messa sotto accusa dal presidente Toma è quella rilasciata solo ieri all’agenzia di stampa.
“Stiamo cercando – aveva affermato il ministro Grillo – una figura di legalità e una figura tecnica. Lo schema che seguiamo è questo. In Molise mi hanno accusato di voler militarizzare la sanità: non è così. Ma in Molise, Calabria, Campania non puoi non mettere una figura di legalità, sono regioni dove sono agli onori della cronaca i problemi giudiziari. Quindi lo schema sarà questo: un generale e un tecnico, come subcommissario, così si ha una squadra completa”.
Parole queste, che hanno provocato una dura reazione da parte del presidente Toma, che alla Grillo ha chiesto di scusarsi pubblicamente con in molisani.
“Non so – le parole del governatore – a quali problemi giudiziari si riferisca la Grillo per quanto riguarda la nostra regione. Una cosa è certa: prima di infangare i molisani, bene avrebbe fatto il ministro a studiare la storia del Molise e a documentarsi presso il Ministero dell’Interno. Avrebbe appurato che nel nostro territorio non hanno mai attecchito organizzazioni di criminalità organizzata e se si è verificato qualche tentativo di infiltrazione dalle regioni confinanti, è stato prontamente represso dalla vigile e costante azione della Magistratura, delle Forze dell’ordine, ma anche grazie al nostro tessuto sociale che rimane fondamentalmente sano”.
“Lo faccia adesso e, – chiosa Toma – una volta accertata la veridicità dei fatti, chieda scusa ai molisani”.
Una botta e risposta al veleno che arriva a sette mesi dalla mancata nomina del commissario ad acta, divenuta nella ventesima regione ormai improcrastinabile.