Come da copione, non è mancata la risposta die parlamentari molisani dei Cinque Stelle al governatore del Molise, Donato Toma.
Oggetto dell’infuocata discussione la mancata nomina del commissario ad acta alla sanità e, soprattutto, la norma per definire l’incompatiblità del ruolo con quello dei presidenti della Regione. Quest’ultima, dopo essere stata stralciata dal decreto Genova, con molta probabilità, sarà presente nel decreto fiscale.
Si tratta di un escamotage per andare a legiferare su un principio di cui i pentastellati e lo stesso ministro Grillo non hanno mai fatto mistero. Un vero e proprio braccio di ferro politico per il quale il Molise è da cinque mesi senza commissario.
“Nell’attesa che venga ripristinata la norma sull’incompatibilità per i presidenti di Regione di essere nominati commissari ad acta in ambito sanitario, ricordiamo un paio di aspetti al governatore Donato Toma”, hanno chiosato i Cinque Stelle.
“Visto che ripete come un mantra l’importanza dell’appoggio alla sua nomina a Commissario da parte della Conferenza delle Regioni, gli ricordiamo – hanno proseguito – che nel luglio del 2014 è stata sancita l’intesa in Conferenza Stato-Regioni riguardo il Patto della Salute che all’articolo 12 indica la ‘revisione della disciplina relativa al regime di compatibilità e al ruolo dei Commissari ad acta, prevedendo l’incompatibilità con l’affidamento di incarichi istituzionali’.
Quindi, sia il MoVimento 5 Stelle, come ribadiscono gli stessi esponenti molisani, “sia la Conferenza delle Regioni sia il ministro della Salute, Giulia Grillo, sono per l’incompatibilità tra i ruoli di commissario e governatore”.
Secondo i pentastellati, infatti, “il presidente continuerebbe a personalizzare una battaglia che personale non può essere. Lo sfacelo creato in sanità dalla politica, prima con il centrodestra e poi con il centrosinistra, ci impone – concludono i parlamentari pentastellati – un cambio di strategia e questa strategia non prevede che l’attuale governatore sia commissario alla sanità”.