In via IV Novembre è una giornata fiume di parole vuote. Parole che non serviranno certo a cambiare il corso di una sanità pubblica fatta ormai a brandelli e figlia di almeno 20 anni di malagestione.
Sono le 20 di sera quando a Palazzo D’Aimmo, maggioranza e centrosinistra trovano l’intesa sulla mozione avanzata dal centrodestra che accoglie parte della proposta fatta dal PD. In definitiva l’atto impegna il presidente Micone a definire e concordare con i Commissari straordinari una data utile ad ascoltarli in Consiglio regionale.
In vista dell’audizione dei Commissari, inoltre, la mozione prevede anche l’istituzione di un Commissione consiliare speciale al fine di aprire un tavolo di confronto e ascolto con tutti gli enti e i soggetti del settore sanità.
Bocciato, invece, l’Ordine del Giorno dei Cinque Stelle con cui i pentastellati chiedevano di riequilibrare il budget destinato alle strutture private. In modo particolare a finire sotto accusa il Neuromed di Pozzilli e il budget relativo alle cure destinate per i pazienti provenienti da fuori regione.
“La Regione – dice, infatti, Greco – può recuperare su Neuromed e Cattolica 39milioni l’anno. Abbiamo studiato le carte e ci siamo subito resi conto che quella che è stata messa in moto con i privati è frutto di un’alchimia negoziale degna delle menti più perverse”.
Nel mirino, insomma, finisce una disposizione della Legge di Stabilità che consente agli istituti di ricerca e cura di poter sforare il budget per i pazienti extraregionali. Sotto accusaci sono, così, gli accordi relativi al triennio 2016/2018 che prevedono l’erogazione di circa 44milioni di euro al Neuromed. Molti dei quali sono destinati per l’assistenza degli extra regionali. “Ad esempio solo per l’assistenza ospedaliera 4 milioni sono destinati per i molisani e 20 per chi proviene da fuori regione. Stessa cosa per l’assistenza ambulatoriale, dove 5 sono i milioni per i molisani e 11 per tutti gli altri”.
Un vero e proprio scempio per il Movimento Cinque Stelle che propone di agire in quel campo per permettere al Molise di uscire dal commissariamento. “Perché a differenza di quello che pensate – dice Primiani rivolgendosi alla maggioranza – il nostro obiettivo è quello. Vogliamo che sulla sanità si torni a decidere in Regione anche se sarete voi a farlo perché vincitori alle elezioni. Ora però vi stiamo dando gli strumenti per uscire da questa situazione, sta a voi utilizzarli”.
Marco a dirlo l’Ordine del Giorno sarà bocciato, con solo 8 voti a favore.
Nel suo intervento il presidente Toma accusa i Cinque Stelle di non conoscere i principi base del managment sanitario. “Non vorrei farvi una lezione, anche se molto spesso mi chiamano proprio per questo. Soprattutto sarebbe cosa buona che intendiate meglio il concetto di mobilità attiva, altrimenti potete andare sempre su Wikipedia o magari, vi presto qualche libro”, dice il governatore che si appella al fatto di come per quei numeri citati sulla mobilità attiva si applichino delle partite di giro. Insomma, crediti che il Molise andrà poi a recuperare dalle altre regioni i cui pazienti scelgono la ventesima regione per curarsi.
Infine, la stoccata del presidente ai commissari Giustini e Grossi e all’ultimo provvedimento varato dall’esecutivo regionale. “Voglio ricordare all’aula che abbiamo coperto il disavanzo di 15 milioni di euro e voglio spiegare al commissario che si doveva versare tutto insieme, non prima i 4milioni e 200mila euro su cui si sono alzati inutili polveroni”.
Alle 20 meno un minuto la seduta dell’Assise regionale si scioglie. Lo fa senza nessuna proposta, ma certificando soltanto l’attesa di una nuova data in cui in aula potrebbero finalmente essere ascoltati i commissari che, questa volta, hanno declinato l’invito per il mancato perfezionamento, nelle sue parti esenziali, del nuovo piano operativo.
Angelita Ciccone