I consiglieri regionali di centrodestra attraverso una nota stampa rivendicano il ruolo del Consiglio, nonché quello di opposizione esercitato dagli stessi fra i banchi dell’aula di via IV Novembre.
Rimostranze che nascono per la programmazione europea FSE-FESR 2014-2020 sulla quale il Consiglio “non è stato chiamato a esercitare il ruolo che meritava”.
“Dopo l’invio della programmazione europea FSE-FESR 2014-2020 in data 22 luglio alla Commissione europea competente – fanno sapere – si dimentica la funzione del Consiglio regionale per un argomento importantissimo sul quale i consiglieri non solo si devono pronunciare, ma devono dare il loro contributo. Invece – sottolineano gli esponenti della minoranza – si discute di tale argomento solo in Tripartita, organismo di cui si conosce bene il compito e se ne riconosce il ruolo consultivo importante, ma non sostitutivo del Consiglio regionale. Intanto altre regioni, tra cui la Toscana, hanno già dato avvio alla gestione in anticipazione per l’anno 2014 dei Programmi regionali FSE-FESR 2014-2020″.
“Perché – domandano ancora – il lavoro nascosto e continuo delle minoranze non trova i suoi spazi?”.
Il centrodestra ha infatti colto l’occasione per ricordare come lo studio e l’analisi di alcuni fenomeni, così come numerose sedute consiliari “sono alimentate, sin dall’inizio della legislatura, dal lavoro delle minoranze attraverso mozioni, interrogazioni, ordine del giorno, interpellanze e proposte di legge”. Ciò è accaduto, hanno specificato ancora, per “le richieste di sedute monotematiche sui temi più caldi del lavoro, dello sviluppo e delle vertenze aperte e non risolte, come la Gam di Bojano, la crisi occupazionale giovanile, il piano sanitario, la riorganizzazione della macroarea ospedaliera la realizzazione dell’autostrada e il patto per il lavoro in favore dei giovani”.
“Siamo stanchi –hanno chiosato in ultimo i rappresentanti del centrodestra – di rivendicare dentro e fuori dal Consiglio il nostro ruolo di opposizione e soprattutto di sollecitare il governo regionale a trovare finalmente la sintesi e la strada giusta da percorrere, prima che gli altri ci cancellino o aspettare che i cittadini, a volte troppo silenziosi ma impietosi nei riguardi del passato, rivendichino i loro diritti fondamentali”.