A dieci giorni dalle elezioni Regionali è destinata a slittare la proclamazione degli eletti. In Corte d’Appello proseguono senza sosta i lavori per il riconteggio dei numeri.
A pesare sui controlli non solo il riconteggio, ma anche l’istanza avanzata dal secondo dei non eletti dei Cinque Stelle, l’avvocato Oreste Scurti. Il legale isernino ha, infatti, chiesto lumi su una serie di possibili “irregolarità e vizi amministrativi”. A finire sotto la lente d’ingrandimento dei pentastellati sono stati gli oltre 18mila voti di scarto tra le preferenze andate al candidato presidente dei Cinque Stelle, Andrea Greco (64.875) e i voti dell’unica lista a suo sostegno (45.886).
Ma il controllo, secondo l’avvocato in pole per un posto a palazzo D’Aimmo alle scorse Regionali, potrebbe “non essere destinato esclusivamente a mutare la rappresentanza della minoranza in sede di Consiglio regionale”. Il legale isernino ci va cauto, forse nemmeno troppo. Dopo la proclamazione degli eletti che, potrebbe avvenire la prossima settimana e, dopo aver visionato i verbali, Scurti avanza l’ipotesi di un ricorso. Una possibilità questa che, nelle sue parole, suona più come una certezza.
“Se i vizi amministrativi dovessero essere fondati – dice – allora a essere messo in discussione potrebbe essere anche l’attribuzione delle scorse votazioni, con un risultato che potrebbe essere anche sovvertito. Ovviamente – precisa – lo vedrò meglio esaminando i verbali, ma già da questa prima fase – per Scurti – i vizi potrebbero essere abbastanza gravi”.
La domanda che Scurti si pone è, quindi, la seguente: “come sono stati attributi i voti al candidato presidente del centrodestra, Donato Toma e come gli stessi sono stati assegnanti a Greco?”. “Ci sono delle particolarità – aggiunge subito dopo Scurti – che dovremo verificare”.
E quella verifica di cui Scurti parla, sembra già essere racchiusa nella possibilità di un ricorso elettorale. L’obiettivo resta quello di capire “se i voti di lista siano stati assegnati in modo corretto al candidato presidente dei Cinque Stelle”.
Certo è che il trend nazionale del Movimento, secondo il quale il 65% dei voti va direttamente al candidato presidente e il 35% ai candidati consiglieri, di primo impatto nei numeri, sembra essere stato rispettato anche nella ventesima regione, ma il dubbio su come “i voti dei candidati consiglieri possano essere stati non sommati a quelli del candidato presidente” per l’avvocato del capoluogo pentro resta. Unico modo per sciogliere i dubbi rimane allora quello di “un riconteggio totale delle schede”, che per Scurti “sì, si deve fare”.