Pronto da ormai due mesi ma non ancora operativo. Nemmeno una dose di vaccino anti Covid è stata consegnata al centro vaccinale di Riccia dal 4 maggio scorso, giorno in cui sono stati ultimati i lavori di allestimento presso la palestra delle scuole medie del paese.
“Una situazione – commenta il sindaco di Riccia, Pietro Testa – che ha del paradossale. Con un centro pronto che potrebbe essere a disposizione non solo dei riccesi ma anche dei paesi limitrofi, l’Asrem ha scelto invece di somministrare le dosi vaccinali presso tendostrutture allestite al momento in comuni a pochi chilometri di distanza.
Eppure la proposta e la scelta di adibire la palestra di via Calemme a centro vaccinale era stata approvata e condivisa dalle autorità sanitarie”.
Ecco perchè erano state messe in campo da parte del Comune tutte le risorse a disposizione per renderlo pronto ed operativo nel più breve tempo possibile.
Ma, nonostante gli sforzi e i diversi solleciti da parte dell’amministrazione comunale, ad oggi è tutto fermo come il primo giorno. Hub vaccinale pronto, somministrazioni vaccino ferme a zero.
E su questo proprio non ci sta il primo cittadino Testa che, fortemente amareggiato, pretende delle spiegazioni da parte dell’Asrem.
“Trovo paradossale che con un centro vaccinale allestito come da protocollo, con personale sanitario e volontari disponibili, a distanza di due mesi ancora nessuna dose vaccinale sia giunta a Riccia. È inaccettabile che i miei concittadini debbano spostarsi nei paesi limitrofi per poter ricevere il vaccino, magari chiedendo una qualche cortesia, facendosi ore di fila in attesa di essere inseriti tra i beneficiari dei vaccini. Nei prossimi giorni diversi cittadini dovranno recarsi negli hub vaccinali di Campobasso per ricevere la seconda dose. Potrebbero terminare comodamente il ciclo vaccinale nel loro Comune se solo fosse stato reso operativo”.
“Evidentemente – conclude Testa – mi sfugge qualcosa, evidentemente c’è una logica che proprio non riesco a comprendere. A questo punto mi piacerebbe capire, a nome della cittadinanza che rappresento, quando e se soprattutto le dosi arriveranno e il perché si è scelto di non utilizzare la struttura del mio comune”.