MARIA CRISTINA GIOVANNITTI
Lui è un’ attivista che non si ferma solo ai proclami elettorali: è lo stesso che qualche sera fa insieme al candidato sindaco del Movimento, Roberto Gravina, ha girato per le strade di Campobasso ripulendola dai manifesti elettorali dispersi selvaggiamente sui marciapiedi; è quello che, insieme all’altro candidato consigliere Simone Cretella ha avviato da tempo la ‘Guerriglia Gardening’, attivandosi prima in Villa De Capua, unico polmone verde della città, poi piantato aiuole in piazza Municipio, fino a ripulire Villetta Flora.
Giuseppe Baranello ci racconta il programma elettorale del M5S che punta al decoro urbano, passa per l’avvio di una Campobasso sempre più ‘slow city’ fino a denunciare la situazione del traffico urbano e gli ecomostri di cemento, primo fra tutto il Terminal. “Una lotta in favore dell’ambiente e di una Campobasso che possa ritrovare la sua vera natura, quella di città giardino”.
Lo slogan è: ‘LiberiAMO Campobasso’, da cosa e da chi? “Lo slogan è nato in tempi non sospetti, in occasione della nostra prima Guerrilla Gardening in P.zza S. Francesco, dove noi attivisti del M5S armati di volontà, attrezzi e senso civico ripulimmo l’area verde intorno la vasca. Ecco, il senso è lì, in quel gesto e in quella frase rivolta a questa amministrazione e alle precedenti che in questi anni hanno avuto sempre più scarsa attenzione nei confronti dei tanti problemi della città e le conseguenze ce l’abbiamo davanti ai nostri occhi”.
Com’è nato il vostro programma? “Il nostro programma è il frutto di un lavoro di diversi mesi a cui tanti attivisti o semplici cittadini hanno dedicato del proprio tempo. Abbiamo incontrato tecnici, associazioni, siamo stati nei vari quartieri con un tour proprio per recepire idee, proposte che potessero migliorarlo e proprio in virtù di questo modus operandi che il programma è sempre pronto a recepire nuovi suggerimenti”.
Quanto sarà importante il tema ‘ambiente’ se doveste vincere?”Il tema è importantissimo e in questi anni abbiamo dimostrato la nostra sensibilità sull’argomento. Il nostro obiettivo e impegno è quello di invertire la rotta attuando una politica amministrativa più moderna, seguendo tanti esempi di comuni italiani più virtuosi, che vada a ridare il titolo di “città giardino” ad una Campobasso ormai invasa da cemento e auto”.
Come pensate di ripristinare la situazione dei trasporti, compresa la questione Terminal? “Quando ho parlato in precedenza di politica amministrativa più moderna, si intende affidarsi anche quel principio di mobilità sostenibile quindi meno auto in circolazione, più pedoni attraverso la realizzazione di aree pedonali, più bici creando una rete ciclabile che vada ad integrarsi con la viabilità stradale comunale e infine riorganizzare il servizio del trasporto pubblico e incentivarne l’utilizzo attraverso una nuova forma di abbonamento o nuove tariffe speciali per anziani, studenti e disabili; a differenza di ciò che accade oggi, suddividere la città in micro circuiti di quartiere, aumentando il numero delle “corse”, ovviamente favorire la sostituzione dei mezzi attuali con navette elettriche e/o metano. In pratica la città deve essere raggiunta in ogni punto in maniera comoda senza lunghe attese alle fermate. Il Terminal va valorizzato e tolto dallo stato di degrado in cui è attualmente. Completamento delle opere necessarie che rendano più agibile e sicuro il passaggio dei pedoni e soprattutto e recupero e rimpiego delle strutture esistenti per rendere il tutto più vivibile, in pratica un Terminal degno di una città moderna”.
Come immagini un insediamento dei penta stellati a Palazzo San Giorgio post Di Bartolomeo? “Di sicuro non facile, si eredita il lavoro dell’amministrazione precedente. Sarà un insediamento che da subito si baserà su due principi fondamentali del M5S, trasparenza e partecipazione per avvicinare i cittadini alle istituzioni e per farli sentire parte integrante nelle scelte che l’amministrazione farà per la città”.
Cosa incriminate in quanto Movimento all’Amministrazione Di Bartolomeo? “Premesso che amministrare una città non è facile e che spesso ci si trova a fare i conti con situazioni non semplici ereditate dalle precedenti amministrazioni, al governo Di Bartolomeo rimproveriamo l’immobilità sulle opere incompiute, la mancanza di una vera e propria programmazione che spesso si trasforma in costi aggiuntivi per i cittadini, la scarsissima sensibilità nei confronti della mobilità sostenibile e nella gestione del patrimonio culturale campobassano. In primis il Corpus Domini, ormai diventato solo un mix di bancarelle e confusione invece di sfruttarlo come vetrina per il “made in Campobasso o made in Molise”.
Qual è il tuo contributo nel Movimento? “Una poesia a cui sono molto legato dice “è il ritorno che da senso al viaggio”, ecco il mio vagare per 12 anni lungo lo stivale, mi ha portato da tre anni a dare un senso a tutto ciò e a donarlo alla mia terra che amo, da qui nasce il mio contributo, fatto di esperienze lavorative e di una predisposizione a tutto ciò che riguarda la tutela dell’ambiente”.