Palazzo San Giorgio, l’ago della bilancia per un gruppo centrista si sposta da Ambrosio all’asse Niro-Di Donato, mentre Iafigliola ‘fugge’ dai Popolari per l’Italia

Il Consiglio comunale di Campobasso

GIUSEPPE FORMATO

Il primo a provare a creare un intergruppo al Consiglio comunale di Campobasso era stato Michele Ambrosio, con un’unione tra i centristi, allo scopo di avere i numeri per mettere in difficoltà la maggioranza.

In frantumi quella intesa, con l’esponente dell’UdC, oggi rimasto spiazzato, sempre in rotta con la maggioranza e, nel corso dell’approvazione del bilancio, anche col suo assessore di riferimento, il compagno di partito Massimo Sabusco, ora ci prova, dall’esterno, Felice Di Donato.

L’ex assessore comunale ed ex consigliere regionale, infatti, ha riunito le forze di Centro Democratico, il cui rappresentante in aula è Elio Madonna (che ricordiamo con Di Bartolomeo rifiutò l’assessorato, nonostante la valanga di voti), e dei Popolari per l’Italia dell’inquilino di Palazzo Moffa, Vincenzo Niro, che conta nell’assise comunale la presenza dei consiglieri Pasquale Colarusso e, fino a questa settimana, di Sabino Iafigliola.

L’ex Presidente del Consiglio comunale, infatti, non accettando l’ingerenza esterna ha lasciato i Popolari per l’Italia e l’idea di un gruppo centrista a Palazzo San Giorgio. Potrebbe passare al gruppo misto, oppure allearsi, rinforzandolo, con qualche gruppo consiliare già esistente.

La maggioranza del sindaco Antonio Battista ha i numeri e la dimostrazione si è avuta con l’approvazione del bilancio al termine di ben 28 ore di Consiglio comunale. I sedici voti ottenuti, a fronte di sei delle opposizioni, gli garantiscono la piena governabilità.

È di moda avere il mal di pancia a Palazzo San Giorgio, per provare a tenere sotto scacco la maggioranza, spesso spinti dai primi dei non eletti nelle varie liste, in attesa di poter entrare non appena si concretizzi qualche ingresso nella Giunta comunale.

È un domino, un gioco a cascata. Ci provano in tanti a manovrare i consiglieri, dall’interno e dall’esterno: non bisogna dimenticare che tra diciotto mesi si tornerà alle urne per il rinnovo del Consiglio regionale e sono in tanti, forse troppi, che guardano a quel traguardo. E da qui nascono tutti questi giochetti politici, finalizzati a trovare alleanze, che si traducono in possibili voti.

La Giunta comunale, al momento, dovrebbe restare quella attuale, in attesa che trascorri tutto il 2016, con la fine dell’anno che segnerà il giro di boa. Battista, a questo punto, potrebbe decidere di aspettare, così come era nelle previsioni iniziali, la verifica di metà mandato, per l’annunciato allargamento dell’esecutivo cittadino.

La scelta era ricaduta su un esponente del ‘Molise di tutti’, indicato dal partito in Francesco De Bernardo, e nel consigliere dei Popolari per l’Italia, Pasquale Colarusso, già assessore allo sport nella Giunta Di Bartolomeo. Proprio la precedente esperienza, però, potrebbe costar caro alla carriera politica di quest’ultimo.

Colarusso, infatti, per un errore di trascrizione del suo rapporto di lavoro (libero professionista in luogo di lavoro dipendente) avrebbe percepito 76mila euro non dovuti dal 2009 al 2013, dichiarando comunque di voler restituire la somma.

Oltre al procedimento civile, però, si aprirebbe per Colarusso anche quello penale per la mendacità della dichiarazione. Per dimostrare la buona fede, dunque, l’esponente dei Popolari per l’Italia dovrà difendersi in giudizio, ma l’avvio di un’azione di difesa contro l’amministrazione comunale porterebbe alla sua decadenza da consigliere.

In attesa dei risvolti, l’esecutivo del sindaco Antonio Battista potrebbe restare immutato fino a gennaio 2017, quando a candidarsi per la Giunta comunale potrebbero essere i consiglieri di quelle liste che hanno contribuito al successo elettorale e che attendono il proprio riconoscimento politico. 

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