Lotito: “Il Molise mi è entrato nel cuore, il mio progetto per il territorio”
Da un mese si è trasferito in Molise. Incontra gente, tiene comizi, anche non previsti. Sta conoscendo il territorio grazie agli incontri con amministratori locali, artigiani e agricoltori, imprenditori, studenti e pensionati. Quando Claudio Lotito accoglie una sfida, la prende di petto. Ha visitato più di 110 comuni molisani, ha conosciuto una quantità enorme di persone, più di mille solo martedì sera, all’evento organizzato dall’Eurodeputato Aldo Patriciello per presentarlo agli elettori.
Dell’imprenditore, che sceglie la sfida della politica, il ministro per lo Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, ha detto a Termoli: “Claudio è un osso duro, un ‘rompicoglioni’ che non molla mai fino a quando non raggiunge il risultato”. Parole che dovrebbero porre una seria ipoteca sul suo impegno duraturo e concreto in Molise, impegno che i suoi detrattori hanno invece messo in discussione.
Lui non si scompone: “Sto vivendo un’esperienza straordinaria qui in Molise, qualcosa che mi mancava. L’affetto, l’autenticità, l’ospitalità dei molisani mi hanno dato ancora più carica. Sono pronto a difendere i diritti di tutti, anche di chi non mi voterà, perché è giusto, perché non sopporto i soprusi o i disegni politici che hanno lasciato fuori questo territorio dalla fase di sviluppo socio-economico.
“Chi non si fida delle mie intenzioni – prosegue – farebbe bene a leggere quello che ho fatto in passato e faccio oggi, gli impegni che ho preso e mantenuto, le sfide che ho sostenuto e vinto. La differenza, nella vita, la fanno la storia delle persone e la voglia di combattere, non le chiacchiere o la carta d’identità”.
Perché ha deciso di candidarsi e perché gira così tanto per città e paesi mentre i suo competitor preferiscono parlare con i
comunicati? “Sono qui perché oggi, dopo tanti anni di lavoro, impegno, anche sui tavoli istituzionali, ho deciso di mettermi al servizio del prossimo, facendo leva sull’esperienza che ho maturato. Sono determinato ad affrontare anche le sfide considerate impossibili così come mi è capitato in passato.
“Chi in questo mese ha saputo leggere nei miei occhi la determinazione con la quale ho accolto questa sfida, ha capito che mi sono legato in maniera indissolubile al Molise. Ho voluto incontrare i cittadini di oltre 110 comuni, ho visto e ascoltato tutti, in presenza, non stando dietro un computer, facendo mulinare la rete dei social. Questo significa, per me, rappresentare l’autenticità e le aspettative delle persone: non freddamente dietro il monitor avendo la presunzione di avere la conoscenza reale dei problemi.
“Facile pontificare dai social, senza neanche aver girato queste realtà così profondamente disagiate. E quando ascolto gli appelli accorati di un anziano che ha 400 euro al mese di pensione, di un giovane studente che vorrebbe trovare un posto di lavoro vicino casa, di un imprenditore che vede salire alle stelle il costo dell’energia elettrica e del gas, mi domando come si possa percepire questo disagio se non guardando le persone negli occhi.
“Ecco, è questo che ha reso autentica questa mia esperienza: il contatto umano. Per tale ragione non mi bastava soltanto partecipare alle manifestazioni politiche: ho invece preferito entrare nei bar, nei centri anziani, nelle piccole, medie e grandi aziende, nei centri di ricerca, nelle università, nelle strutture sanitarie. Non ho voluto filtri né barriere tra me e la gente. Oggi mi sento più consapevole di ciò che potrei rappresentare. Ho ascoltato anche il dissenso perché anche quello ti aiuta a indirizzare il tuo impegno per gli altri.
“Sono un uomo fortunato – aggiunge – perché la vita mi ha dato l’opportunità di poter esprimere le mie qualità. Vorrei che tutti potessero avere questa possibilità. Ho preso un impegno con i molisani e li difenderò costi quel che costi”.
Quali gli impegni da affrontare? “Il primo sarà quello di far uscire la Sanità regionale dal commissariamento imposto da Roma. Lavorerò per aumentare significativamente la dotazione finanziaria ad essa destinata, oggi totalmente insufficiente. Questo per dare certezza di cura a tutti i molisani, a prescindere dal luogo in cui risiedono, organizzando un sistema che si incardina sulle strutture di prossimità”.
Il Molise ha anche altri problemi. Che idea si è fatto in questo mese della situazione complessiva in cui versa la regione e della piaga dello spopolamento?
“Ho girato tanto, sì, il sistema della mobilità ha accumulato dei ritardi enormi. Mi chiedo chi possa venire a investire qui se il sistema è in queste condizioni. Va riconsiderato anche il sistema ferroviario. Ci sono problemi che si possono affrontare e risolvere nel breve e medio periodo, lo faremo. Non possiamo consentire che altri giovani lascino la regione perché da Roma qualcuno non recepisce i problemi. Tali carenze, unite ai problemi del sistema produttivo, sono alla base dello spopolamento.
“I numeri sono impietosi: se non si inverte subito la tendenza ci sono rischi concreti di perdere questa preziosa identità. Lo spopolamento dipende dalla mancanza di certezze. Dovremmo lavorare per dare certezze ai nostri giovani dando la possibilità al sistema delle imprese di poterli trattenere con proposte lavorative concrete e durature. Per farlo servono da una parte infrastrutture di mobilità e digitali dall’altra un sistema che agevoli le nuove attività, cioè che consenta ai giovani di potersi cimentare e realizzare come imprenditori, favorendo gli investimenti e garantendo al sistema delle imprese una fiscalità e un sostegno finanziario anche ai settori in crisi. Questo per evitare che i giovani lascino il territorio per aree maggiormente attrattive.
“A volte basta poco – prosegue – Nel nucleo industriale di Termoli, ad esempio non si risolve il problema del rischio idrogeologico per una cifra la cifra risibile di 15 milioni di euro. Questo sta provocando il mancato insediamento di nuove aziende.
“A proposito di giovani, scuola e università, in questi giorni ho incontrato un gruppo di studenti universitari, presente tra gli altri un loro rappresentante. Ho voluto conoscere da vicino le problematiche inerenti le opportunità del mercato del lavoro in relazione alle prospettive occupazionali in Molise. La politica ha il dovere di informare, così ho illustrato loro anche quali sono gli strumenti già fruibili e messi in campo dalle istituzioni.
“Bisogna ricordare che dove c’è impresa, c’è sviluppo e, soprattutto, occupazione, c’è insomma una prospettiva per i giovani. In Molise ho visitato tante eccellenze, dai pastifici, all’industria dolciaria, dai caseifici all’artigianato, all’enogastronomia, dalle nuove tecnologie, alla ricerca: ci sono delle punte di eccellenza. Quello che hanno fatto questi imprenditori, in un territorio non facile, deve essere d’esempio per tutti, ma senza politiche concrete per l’occupazione i giovani continueranno a emigrare.
“Esistono oggi diverse opportunità per creare qualcosa di nuovo, ma i parlamentari molisani uscenti non sono stati in grado nemmeno di informare i giovani su questi aspetti. Capite bene che c’è bisogno di un altro tipo di approccio. La politica è una grande opportunità per dare un servizio alla collettività, per farlo bisogna stare tra la gente e capire per esempio che tanti prodotti molisani, per esempio i tartufi, i merletti di Isernia, le mozzarelle, vengono venduti da altre regioni che su quei prodotti mettono solo il marchio. Questo è assurdo. Tutto può creare occupazione, anche i siti archeologici che ci sono. Bellissimi e unici, ma vanno messi a sistema e valorizzati in un sistema globale. Sono certo che lavorando in questa direzione il Molise si riscatterà davvero, con il contributo di un governo pronto e sensibile. Noi del centrodestra siamo compatti e pronti a dare al Paese quello che è mancato nel recente passato”.
È molto diversa la regione rispetto a come la immaginava? “Scoprire questo territorio è stata una sorpresa ogni giorno che passava. Mi è entrato nel cuore. La gente sente forte le radici, ha il senso di appartenenza, soprattutto nelle comunità più piccole. Ho parlato con tante persone, ho apprezzato la loro educazione, ho colto nei loro sguardi la voglia di sentirsi nuovamente protagonisti in questo Paese, un’aspettativa che voglio fare mia per dimostrare che nella vita tutto si può fare, basta volerlo.
“Quello che più mi rattrista è sentire i loro racconti sull’esperienza dei quattro parlamentari uscenti dei 5 Stelle e della deputata di Leu che non hanno lasciato alcun segno a vantaggio del territorio. Non una battaglia a difesa di istituzioni, imprese, diritto al lavoro o peggio ancora non hanno mosso un dito per eliminare il commissariamento che sta ‘uccidendo’ il sistema sanitario molisano per un importo del debito annuale risibile rispetto ai miliardi cancellati nelle Regioni che più interessavano ai governi di sinistra.
“Chi mi conosce sa che se ho in testa un obiettivo lo perseguo fino all’ultimo. Quando una cosa la rispetti e la ami la difendi con tutte le tue forze. Ho grande stima del popolo molisano, lo sto conoscendo, ne apprezzo la correttezza e la generosità, i sentimenti. Il problema è che li ha rappresentati nella scorsa legislativa ha difeso i diritti dei cittadini solo a parole. Al contrario, farò prevalere la concretezza che è sempre stata la forza del mio successo e della mia storia professionale e imprenditoriale”.
Caro bollette e categorie dimenticate. C’è tanto da fare…
“Quando ci sono problemi così seri, la politica ha fallito nella sua missione. In Italia è mancata la determinazione nel dare un segnale di sostegno concreto ai cittadini. L’altro giorno in un piccolo paese interno del Molise un anziano mi ha detto che con la pensione da meno di 500 euro ha difficoltà a pagare le bollette, ancora di più ora con il caro energia. Lui, come tanti altri cittadini e anziani, non sa che esiste un provvedimento varato dal governo che consente a chi ha un reddito inferiore a 14mila euro di non subire il caro bollette, cioè di pagare quanto pagava prima. Pensate poi che chi prende il reddito di cittadinanza è esentato dal presentare tale pratica mentre un pensionato, che con il suo lavoro ha fatto la storia del Paese, non solo non lo sa ma deve pure pensare alla pratica, cioè non c’è nessuno che la istruisce per lui o provvede a indirizzarlo. Queste sono le storture, questi sono i diritti calpestati, questi sono i soprusi. La politica ha il dovere di risolvere i problemi non di crearne altri. Per questo mi batterò affinché tutti vengano messi in condizioni di poter usufruire di queste opportunità”.
Conclude così Claudio Lotito, colui che ha riportato la politica in piazza, tra la gente. In questo mese ha incontrato i giovani
universitari ma anche quelli che in un locale, con tanto entusiasmo, gli hanno dedicato il coro ‘Lotito in on fire’. Ha visitato le cooperative sociali, le imprese, ha incontrato industriali e anziani nei paesini, non ha fatto distinzioni per nessuno. Ha visto due partite della ‘sua’ Lazio ospite di due famiglie rispettivamente di Montefalcone nel Sannio e Larino, ha saltato un appuntamento perché un barbiere di Isernia, tifoso laziale, lo ha portato di forza nel suo salone per un taglio alla… molisana. Insomma un personaggio che piace, oltre che un grande imprenditore pronto per dare tutto se stesso al Parlamento per il Molise.