“Non aspetterò giugno per riaprire i bar”. Lo ha detto il governatore del Molise Donato Toma, che in un’intervista rilasciata al quotidiano di Piero Sansonetti ‘Il Dubbio’ ha sottolineato quanto sia necessario differenziare le ripartenze tra le regioni.
Quelle del Sud, infatti, hanno dei dati di contagio di gran lunga inferiori al Nord, tra cui Molise e Basilicata dove si rasenta lo zero da diversi giorni.
Toma ammette come, alla fine della videoconferenza tenuta ieri, con gli altri presidenti di Regione e il Ministro per gli Affari Regionali Boccia, ha rivisto la sua posizione di ostilità verso una soluzione comune in tutto il Paese, affermando: “se la proposta è di sperimentare questa modalità basata sull’osservazione del contagio a me sta bene, purché poi ci lascino la libertà di riconsiderare le misure restrittive”.
Toma ha poi sottolineato, che la realtà imprenditoriale molisana non è sicuramente quella lombarda, ma che non può chiedere ai suoi concittadini un sacrificio ulteriore, e senza mezzi termini ha detto: “Posso abusare della loro pazienza per altri dieci, quindici giorni al massimo, poi basta.”
E sul tema delle ripartenze commenta anche i colleghi Fontana e Zaia, che esprimono posizioni a velocità differenti, ritenendo che la Lombardia, per ovvie ragioni, è molto più cauta nel ricominciare, mentre Zaia in Veneto spinge molto sulla ripartenza, anche a fronte di un incremento non preoccupante dei contagi e nonostante molte fabbriche siano rimaste aperte durante il lockdown.
Il governatore, quindi, ha chiarito che, se la proposta del Governo è di consentire delle aperture differenziate, non ci saranno problemi, in caso contrario, molto fermamente ammette che non potrà aspettare che parrucchieri, bar e ristoranti aprano il 1° giugno, ma massimo potrà chiedere di attendere fino al quindici o sedici di maggio.
Questa posizione, è dovuta soprattutto al numero di casi registrati nella regione, che da molti giorni sono pari a zero o quasi. Qui Toma plaude alle strategie messe in campo per arginare il rischio contagio, che hanno permesso di avere attualmente 195 positivi. E sulle maggiori liberà da dare alle Regioni, non risparmia poi anche una critica: “Il ministro Boccia, per cui nutro molta simpatia, solitamente ha modi molto garbati di rapportarsi alle Regioni. Stavolta l’ho visto molto deciso e mi ha stupito. Al posto suo avrei usato toni meno perentori, perché i governatori sono persone da ascoltare con attenzione”. Il Presidente ha poi precisato però, che non è stata una minaccia quella del Ministro, ma il modo in cui alcune cose sono state dette ha avuto un impatto negativo, poi chiarito.
Sula questione della quarantena, poiché si teme una nuova ondata di rientri dal 4 maggio, Toma ha chiarito che nelle prossime ore verrà emanata una nuova ordinanza, stimolato anche dalle richieste di molti consiglieri tra cui Micaela Fanelli, per obbligare all’ormai famoso isolamento di 14 giorni a chi torna in regione.
E non è tutto, i governatori delle 12 regioni di centrodestra, più la provincia autonoma di Trento, hanno inviato una lettera al Presidente del Consiglio, al Ministro degli Affari Regionali, al Presidente della Repubblica, al Presidente del Senato e al Presidente della Camera, nella quale si sottolinea che ogni Regione ha una realtà diversa dall’altra: “sia da un punto di vista strutturale, sia da un punto di vista epidemiologico”.
“Essendoci dunque situazioni di oggettiva disomogeneità di condizioni – dicono i presidenti del centrodestra – sul territorio nazionale, è necessario che si possano dare regolamentazioni differenziate. Si deve perciò passare dalla logica dell’uniformità alla logica dell’uguaglianza. Il protrarsi delle chiusure delle attività produttive e di quelle del terziario- continua il documento- come il commercio, il turismo, i servizi, i trasporti e le professioni, e con la prospettiva che questa situazione si prolunghi nel tempo, il quadro economico è destinato a peggiorare drasticamente e i consumi rischiano un crollo generalizzato.”
Le Regioni, dunque, hanno proposto di garantire la possibilità di poter riaprire la propria attività a tutti coloro che rispettino le misure già previste dal DPCM del 26 aprile 2020 e dai protocolli di sicurezza aziendali.
p.g