Mani che si intrecciano fino a legare insieme insegnanti, alunni, genitori e rappresentati dei sindacati Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals Confsal, Fgu Gilda, per formare una catena umana che simbolicamente va a cingere le mura esterne della scuola elementare D’Ovidio di via Roma a Campobasso come per proteggerla. Proteggere la scuola, tutte le scuole, da questo disegno di legge del governo Renzi, che gli avversari politici e non solo hanno definito “il peggiore di tutti i tempi”. La riforma ha ricevuto l’ok dal Senato, dove il Ministro Boschi aveva chiesto e ottenuto la fiducia, e che il 7 luglio sarà alla Camera.
‘La scuola pubblica non si tocca’, gridano a gran voce i tanti manifestati campobassani che nel pomeriggio del 25 giugno si sono riuniti e uniti per difendere i diritti , violati, di una scuola pubblica che non riesce proprio a trovare pace.
Una triste realtà quella della scuola pubblica italiana che trova ampio sfogo nelle parole di una docente di scuola primaria: “Ognuno di noi ha un figlio o magari un nipote che va a scuola. I genitori di questi ragazzi durante le pause pranzo provvedono di tasca loro a rifornire i vari istituti in cui sono iscritti i loro figli delle cose essenziali che dovrebbero essere fornite proprio dalle istituzioni: parliamo di attaccapanni, di carta igienica e di tanto altro. Basti pensare che spesso, nelle ore di riposo dal lavoro, i genitori dei ragazzi vengono a scuola anche per tinteggiare le pareti. Mancano i soldi per le scuole pubbliche ma si continua a dar soldi alla scuola privata”.
E, intanto, il numero delle mani che si stringono attorno alla scuola di via Roma aumenta ogni secondo di più.