Il vizietto a cui la casta non rinuncia: “I compensi dei consiglieri regionali oltre i limiti consentiti”. Il M5S mette sotto accusa la furbata del sistema contributivo

Gli stipendi del consiglieri regionali del Molise non rispetterebbero le norme stabilite dal decreto Monti, superando le soglie definite a livello nazionale. Per questo motivo gli esponenti del Movimento 5 Stelle di Palazzo Moffa, Antonio Federico e Patrizia Manzo, hanno presentato un esposto alla Corte dei Conti, mentre tramite i loro rappresentanti alla Camera, è stata formulata un’interrogazione parlamentare al presidente del Consiglio dei ministri e al ministro dell’Economia e delle Finanze.

L’anomalia che farebbe sforare oltre i tetti consentiti i compensi dei consiglieri, per i grillini, deriva dal sistema contributivo che prevede una quota parte che deve versare il Consiglio regionale. Si tratta di 1.452 euro che sommati ai 10.500 euro che vengono corrisposti ai consiglieri ‘semplici’ e ai 13.500 relativi alle massime cariche, fanno superare le soglie stabilite a livello nazionale dal decreto Monti, in base al quale il massimo consentito è di 11.100 euro lordi per i consiglieri senza incarichi e 13.800 per i presidenti di Giunta e Consiglio.

Sommando due numeri, a livello nemmeno troppo dettagliato, i pentastellati Federico e Manzo hanno così calcolato circa due milioni di esubero per tutti i consiglieri nel corso di un’intera legislatura.

Insomma, si tratta di privilegi a cui la casta molisana, in barba ai problemi quotidiani di una regione allo stremo, non vuole in alcun modo rinunciare.

f.a

 

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