Con 10 voti a favore, 8 contrari e due astenuti il Consiglio regionale approva il Piano strategico per il Turismo, illustrato nell’Aula di via IV Novembre dalla relazione della consigliera Paola Matteo.
Un piano che, secondo l’assessore Vincenzo Cotugno, “traccia una vision di sviluppo per Governo regionale”.
Un aspetto questo che, però, viene fortemente contrastato dalle minoranze, secondo cui il Piano manca, invece, della sua parte più importante: ovvero quella operativa che definisce con quali strumenti, quali modalità e soprattutto quali risorse si raggiungono gli obiettivi.
Metodo che finisce sotto l’accusa della stessa maggioranza. Particolarmente critico, in questo senso, l’ex presidente Iorio che si astiene dal voto. “Il Consiglio regionale è stato svuotato di ogni competenza, dopo che il Piano arriva in aula quando molti interventi sono stati già compiuti”, dice Iorio in aula, smarcandosi, ma soprattutto lanciando un messaggio chiaro al presidente Toma.
A evidenziare la mancanza della parte operativa di un piano che appare comunque come “un grande lavoro di studio e di analisi, che però rischia di tradursi in un documento senza conseguenze e di nessuna utilità per il Molise”, la consigliera Micaela Fanelli, capogruppo del Pd.
“Il Piano a fronte dell’ottimo lavoro di Sviluppo Italia e degli altri incaricati della sua redazione, è deficitario della parte più importante, quella politica. Perché non c’è programmazione, non dialoga, non si armonizza e non si incasella con le altre pianificazioni strategiche regionali, come il Piano dello Sport (all’ordine del giorno di oggi in Aula) o il Piano sociale, che sta per essere discusso, o le programmazioni in materia di ambiente o per lo sviluppo, a partire da quella agricola e di trasformazione agroalimentare di qualità. Quali sono le prime azioni che si vogliono finanziare? Quali i tempi? Quante risorse, ogni anno, saranno appostate nel Bilancio regionale? Quali sono le misure che concretizzano le previsioni in esso contenute? Le altre Regioni, come ad esempio l’Emilia Romagna e la Toscana, lo dicono, lo prevedono, lo fanno. Nei loro Piani del Turismo si sono dotate nel dettaglio di precise impostazioni finanziarie, incrociandole, correttamente, anche con le altre pianificazioni strategiche. In una parola, programmano. E i risultati arrivano, in termini di promozione del territorio e presenze turistiche. Il Molise, invece, no. Si dota di un ottimo programma di screening e poi non riesce a mettere in campo le azioni conseguenti. Diciamo quello che vogliamo fare, ma non come lo vogliamo fare, con quali risorse, priorità, mezzi”.
La stessa Fanelli, in aula porta un esempio eclatante; quello della cosiddetta “prima tombola geografica del Molise, dal modico costo di 24,99 euro, che in bell’evidenza mostra il logo dell’Assessorato al Turismo, con addirittura una pseudo firma dell’assessore Cotugno”.
“Io – rimarca la Fanelli – non credo sia stata finanziata dall’Assessorato e che Cotugno abbia autorizzato. Ma l’esempio serve solo per dimostrare la distanza fra teoria e pratica, ivi inclusi gli strumenti usati. E allora, nel caso di specie, Cotugno – al quale va comunque il plauso di aver portato a compimento il Piano Strategico – dovrebbe chiedere la rimozione del logo e, in ogni caso, garantire il controllo e assicurare la governance complessiva del sistema. Dunque, restiamo fermi ad un’ottima premessa, ma senza alcuna possibilità di esplicare il potenziale del Piano. Una premessa dove il lavoro dei dipendenti di Sviluppo Italia e degli altri soggetti è stato certamente di qualità. Cosa che, invece, non è possibile affermare per il moltiplicarsi dei costi del CdA di Sviluppo Italia (da uno a tre) voluto da Toma. Uno spreco di risorse non necessario e non giustificabile, alla luce di un piano turistico, per il quale sono state necessarie risorse umane e finanziarie addizionali. Questione che tra l’altro – conclude la consigliera dem – abbiamo anche segnalato al Controllo analogo del MEF”.
Compatti sul ‘no’ anche gli esponenti del Movimento Cinque Stelle che parlano di un “documento che rischia di essere un semplice esercizio di stile”.
“Così come ho apprezzato il metodo scientifico utilizzato per la prima volta nella stesura di un documento nel settore turistico non posso non sottolineare una carenza di fondo”, le parole del consigliere Primiani.
“Il Piano è carente di riferimenti ad una programmazione operativa e non contiene elementi di raccordo ed integrazione tra le politiche di programmazione del Governo regionale in altri settori come infrastrutture, trasporti, politiche culturali, politiche di marketing territoriale”, dice ancora Primiani, per il quale “sarebbe fondamentale dotare il settore di una governance snella, magari puntando sulla creazione di un’Agenzia regionale di Sviluppo turistico che riesca a declinare i buoni propositi in azioni per il territorio in modo più veloce ed efficace”.
Proprio sulla mancata stima delle risorse i 5 Stelle hanno, infine, presentato un ordine del giorno “chiedendo la stesura, senza aggravio di costi, di un Piano operativo contenente la ricognizione puntuale delle risorse potenzialmente impiegabili ad oggi nel settore”.