Nessuna speranza di rilancio per il polo avicolo di Monteverde di Bojano. Amadori non investirà nel macello. È questa l’unica certezza del momento. Un nulla di fatto frutto anche di un “immobilismo politico e burocratico” che, dopo anni, lascia definitivamente a piedi una terra dilaniata dalla mancanza di lavoro.
Alla riunione di ieri a Palazzo Vitale, con sindacati e parte politica, Amadori non si è presentato, ma ha fatto pervenire una nota facendo sapere che sarà presente al tavolo convocato al Mise.
Il passo indietro e il mancato investimento del Molise significherà vedere 14 milioni di euro tornare indietro e la ventesima regione perdere un investimento complessivo di circa 45milioni di euro.
Nei prossimi giorni è in programma una nuova riunione, successivamente l’incontro con Invitalia. Ma di tempo, per i 260 lavoratori a cui il prossimo 4 novembre scadrà l’ennesima deroga della cassa integrazione, ne è rimasto davvero poco.
Mentre la rabbia dei lavoratori si fa sentire ed è rivolta a sindacati e rappresentanti politici, gli esponenti delle sigle sindacali Cgil Abruzzo e Molise e Flai, Rita Innocenzi e Florinda Di Giacomo, lanciano bordate al governo regionale.
“La mancata presenza di Amadori rischia di certificare la misura di quale e quanta autorevolezza gode la Giunta Regionale Molise con in primis il suo presidente”.
“Perdere un contratto di sviluppo da più di 40 milioni di euro con protagonista Amadori – sottolineano le sindacaliste – non è una robetta da nulla”. Ecco perché, al di là dei tavoli romani, bisogna continuare ad operare in loco.
Innocenzi e Di Giacomo plaudono, dunque, al Consiglio regionale monotematico dedicato al tema del Lavoro sul quale ha lavorato la seconda Commissione, ma chiamano anche a raccolta “tutti i livelli istituzionali perché ognuno si assuma la responsabilità per ciò che attiene al proprio ruolo: a partire dal sindaco di Campobasso e dai sindaci del territorio accanto, passando ai parlamentari eletti in Molise”.
“L’urgenza lavoro c’è e a contesti di straordinaria difficoltà bisogna rispondere con atti altrettanto straordinari”.