Festa della Repubblica 1946-2016: le donne alle urne per la prima volta. Il Molise fanalino di coda

MARIA CRISTINA GIOVANNITTI

Quest’anno la Festa della Repubblica ha un significato in più: un giorno importante per la Nazione che decreta anche i settant’anni dal suffragio universale. Per la prima volta, dopo tante lotte, le donne si recarono alle urne.

Il 2 giugno 1946 finalmente, infatti, le donne italiane poterono votare. Una prova generale furono le amministrative del 10 marzo 1946 per poi arrivare al grande voto del 2 giugno, in cui si doveva decidere tra Monarchia e Repubblica. L’entusiasmo femminile per questo traguardo fu evidenziato nell’alta affluenza del genere femminile ai seggi: quasi il 90% delle italiane espresse la propria emancipazione attraverso il diritto di voto.

Un primo passo che porta le donne alle urne e che, successivamente, le vedrà partecipare attivamente alle elezioni: nella prima legislatura (1948-1953) tra le prime elette c’erano Nilde Iotti e Lina Merlin, promotrice della Legge del 20 febbraio 1958 che decretò la fine delle “Case chiuse”.

Il Molise, illo tempore, fu anche l’unica regione che rimase di stampo conservatore poiché seguì un andamento opposto rispetto al resto d’Italia dove 113 mila persone votarono la ‘Monarchia’ e solo 61 mila la ‘Repubblica’.

Nella piccola regione tanto è stato fatto ma molto altro è ancora da fare se si considera che, a settant’anni dalla prima volta delle donne ai seggi, la situazione è davvero drammatica e specchio di un Molise che potrebbe fare molto di più in favore delle donne. Secondo il dossier “La mappa delle donne nel potere regionale” del Parlamento il Molise è fanalino di coda perché unica regione che presenta una giunta regionale monogenere con una presenza zero delle donne.

La strada da percorrere è ancora lunga nonostante i settant’anni dal primo passo verso l’emancipazione femminile.

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