I consiglieri regionali del Movimento Cinque Stelle, Antonio Federico e Patrizia Manzo, hanno tenuto una conferenza stampa, accusando i colleghi di centrodestra e centrosinistra di aver votato un documento politico tutti insieme “per non perdere lo status di consigliere. Il Piano Operativo Sanitario sta bene a tutti – hanno spiegato i due ‘grillini’ di Palazzo Moffa – perché mantiene in essere certi equilibri politici”.
“Il presidente della Giunta regionale – ha affermato Federico –, martedì durante la seduta del consiglio regionale, dopo aver ascoltato i pareri discordanti della sua maggioranza, ha deciso di porre la fiducia su quel documento e sui suoi contenuti di indirizzo, che contestiamo nel piano operativo sanitario. Noi abbiamo deciso di essere coerenti, perché il piano operativo è troppo sbilanciato sul privato. Per il nostro punto di vista, non vogliamo che la sanità in regione diventi una resa dei conti della maggioranza. Contestiamo nel merito ciò che è accaduto nella seduta di martedì. Ci siamo soffermati tante volte in questi mesi sul dualismo dei piani operativi di Basso e Ruta, quest’ultimo defenestrato dal presidente Frattura, forse, perché aveva delineato un piano dove si riequilibrava il rapporto tra pubblico e privato in favore del primo. Il Governatore sostiene che si deve mantenere il disequilibrio perché il tavolo Massicci a Roma vincola su determinati aspetti. La nostra analisi che è nel piano di Carmine Ruta venivano penalizzati, rispetto al pubblico, la Neuromed e la Fondazione Giovanni Paolo II. Uscito di scena Ruta, è rimasto Basso i cui piani operativi, tutti bocciati o rimandati una volta giunti sul tavolo Massicci, restituiscono forza ai due istituti privati. Da par nostra, puntiamo a contribuire a migliorare in questi 30 giorni il piano operativo, però, assodato che il piano operativo è già stato discusso a Roma, ma sospeso dal Tar. Questo significa che quello che sarà il passaggio in Consiglio regionale, giusto nel merito perché così facendo si riappropria del suo ruolo legislativo, ma non potrà stravolgere l’assetto del piano stesso, perché poi a Roma dovranno valutare qualcosa di diverso, a quel punto fuori tempo massimo”.