“Ho ascoltato le incredibili dichiarazioni di Andrea Greco – la replica della consigliera regionale Micaela Fanelli – I fatti sono questi e inconfutabili: lui ha portato il suo movimento ad appoggiare una decisione illegittima di Toma e del centrodestra”.
“Noi (io, Facciolla e Iorio) abbiamo eccepito che era inopportuna e anche sbagliata sul piano etico e politico, oltre che palesemente contro legge – prosegue il post su Facebook – La Corte di Cassazione ha confermato questa interpretazione e ha dato torto a Greco e al suo emendamento a doppia firma con Toma. Che io faccia notare la mia distanza da questo comportamento è il minimo, stante la gravità di quanto successo. Peraltro, non mi ero neanche soffermata su chi aveva sostenuto e chi non lo aveva fatto, proprio per evitare personalismi ed inutili tensioni. Ma avevo solo rimarcato come ogni parola della motivazione con la quale avevamo spiegato e con la quale avevamo presentato un emendamento che diceva ‘dalla prossima legislatura’ fosse stata confermata dall’Alta Corte”.
“Non ci voleva un genio del diritto – prosegue la Fanelli – I fatti erano ben chiari ben prima della sentenza della Cassazione. Ora Greco prova a dire che questa verità rende complicato un accordo PD/5stelle. E perché? Perché si dice che quell’emendamento era sbagliato? Eh beh, capita e non per questo può prendersela con qualcuno. Perché, più che attaccare me, dovrebbe spiegare ai molisani il vero risultato politico di questa vicenda: appoggiare un emendamento che palesemente ha aiutato Toma a ricompattare la maggioranza, cacciando i consiglieri della sua stessa compagine che avevano iniziato a contestarlo, minacciando di non votare il Bilancio e di interrompere quindi la legislatura”.
“Questo è stato il secondo, deleterio, risultato nell’aver votato una norma non solo illegittima, ma politicamente indispensabile alla sopravvivenza del centrodestra – consigliera regionale Micaela Fanelli – E pur di non ammettere l’errore di valutazione, tenta di spostare l’attenzione pubblica dalla verità dei fatti (certificati dalla Cassazione, non da Micaela Fanelli) alle accuse di voler mettere a rischio l’alleanza tra il Pd e 5 Stelle. Scusami Andrea, ma che c’azzecca? Hai avuto torto su un’azione politica e adesso se non si fa l’alleanza la colpa è mia? I fatti, ripeto ancora una volta accertati dalla Corte di Cassazione, restano tutti lì. Punto. E le motivazioni che ho espresso in Aula, non per difendere Tedeschi, Scarabeo o chicchessia, erano motivazioni puramente giuridiche, riprese poi in giudizio anche dagli avvocati di Antonio Tedeschi, che hai pure lodato per l’esito della sentenza. E quindi, due pesi e due misure? Se lo dice il capogruppo Ps sbaglia e attenta all’alleanza, se lo scrivono gli avvocati e vincono la causa contro il tuo emendamento, invece sono bravi? Scusami, ma il risultato non è sempre lo stesso? Come diceva Immanuel Kant: “Il diritto non deve mai adeguarsi alla politica, ma è la politica che in ogni tempo deve adeguarsi al diritto”.