Il presidente della Regione, Francesco Roberti, ieri martedì 1° agosto ha completato la Giunta: nell’esecutivo sono entrati Salvatore Micone e Michele Iorio che vanno ad aggiungersi a Cefaratti, Marone e Di Lucente. Nomine avvenute a seguito delle inidicazioni che il Governatore ha ricevuto da Roma e da FdI.
A Salvatore Micone sono state assegnate le deleghe per: transizione digitale, politiche agricole e agroalimentari, sviluppo rurale, pesca, programmazione forestale, cultura, sport, turismo e tradizioni.
A Michele Iorio vanno: riforme istituzionali, coordinamento fondi europei, Pnrr e Politiche di coesione, rapporti con i ministeri per l’attuazione del piano di rientro sanitario della Regione Molise.
Ancora vuota la casella del Sottosegretario.
Dunque, la Giunta regionale della XIII Legislatura è composta dal presidente Roberti, affiancato da: Andrea Di Lucente (Vice presidente e assessore di Forza Italia); Gianluca Cefaratti (Il Molise che Vogliamo); Michele Marone (Lega); Salvatore Micone (Fratelli d’Italia); Michele Iorio (Fratelli d’Italia).
A seguito dell’assegnazione delle deleghe assessorili non sono mancate però le prime polemiche, sia da parte del centrodestra che del centrosinistra.
A rivendicare un ruolo nel governo regionale è stata l’UDC che con una nota a nome dell’onorevole Lorenzo Cesa che ha chiesto a Roberti “di convocare un vertice con tutte le forze politiche che che hanno contribuito alla sua vittoria (ricordiamo che grazie ai voti dell udc la maggioranza vanta un consigliere in più). A distanza di oltre un mese ancora non è stato mai convocato un tavolo regionale”. “La nostra comunità – ha detto Cesa – merita rispetto da tutti i partiti del centrodestra, coalizione che sosteniamo avendo sempre offerto un contributo alla sua unità”.
Bordate anche dal centrosinistra e dalla consigliera regionale del Partito Democratico, Micaela Fanelli, che annuncia ricorso per la mancanza di donne nell’esecutivo regionale. Lo stesso ricorso già avanzato nella passata Legislatura, prima della nomina dell’ex assessora Filomena Calenda.
“Un esecutivo ancora una volta illegittimo – commenta la dem – perché in contrasto con gli articoli 122; 3; 51; 117 della Costituzione; con la Legge 165/2004 e soprattutto con l’articolo 6 dello Statuto della Regione Molise e con la Legge elettorale regionale che punta a favorire l’equilibrio di genere. Inaccettabile e gravissimo che in Molise la storia sia destinata a ripetersi con un esecutivo che già si è mostrato in totale continuità con la precedente Legislatura targata Donato Toma. Ma la situazione è ora peggiore di prima dato che, con una premier donna al comando del Paese, lo stesso gruppo politico alla guida del Molise ha pensato bene di fare scelte in totale controtendenza non solo delle leggi, ma anche del suo stesso partito trainato proprio da una donna. Insomma, decisioni persino politicamente incomprensibili. Perciò, dinanzi a una mancata rappresentazione di genere in Giunta – conclude Fanelli – chiediamo a tutti i soggetti che devono esercitare il proprio ruolo, a partire dalla Consigliera di Parità della Regione Molise, di esprimersi e agire dinanzi a questo ennesimo gesto di disprezzo di Roberti, contro il quale faremo ricorso e, insieme a tutte le donne che hanno condotto finora questa lotta di principio e di valore, impugneremo i provvedimenti di nomina”.