Le misure per arginare l’emergenza cinghiali in Molise segnano il passo. Così Coldiretti Molise ha inviato una nuova missiva al Prefetto di Campobasso, Michela Lattarulo, per conoscere lo stato dell’arte circa la redazione del “Piano di controllo della specie cinghiale”, richiesto alla Regione dal commissario straordinario per la Peste Suina Africana, Vincenzo Caputo, nel corso dell’incontro tenuto in Prefettura a Campobasso lo scorso 27 novembre.
In quell’occasione erano presenti oltre all’assessore regionale all’Agricoltura, Salvatore Micone, il presidente della Provincia di Campobasso, Giuseppe Puchetti, il delegato regionale dell’ANCI, esperti dell’ISPRA, il Responsabile del Servizio Veterinario del Dipartimento di Prevenzione dell’ASReM, oltre ad un ufficiale dei Carabinieri Forestali Molise, ed i rappresentanti di CIA e Confagricoltura.
Nella missiva che il direttore regionale di Coldiretti Molise, Aniello Ascolese, ha inviato al Prefetto, l’organizzazione ricorda che in quella sede “emersero, in tutta la loro gravità, i rischi legati all’aumento incontrollato dei cinghiali sul territorio regionale che, ad oggi, sono quantificabili in circa 40 mila esemplari; un numero ben lontano – sottolinea Ascolese – dai due capi per chilometro quadrato indicati per il mantenimento dell’equilibrio dell’ecosistema”.
“La sovrappopolazione di questi selvatici – prosegue il Direttore di Coldiretti – fa inoltre aumentare in maniera esponenziale il rischio di propagazione della Psa (Peste suina africana) di cui sono i maggiori diffusori”.
Proprio per questa ragione il commissario Caputo invitò la Regione Molise, rappresentata dell’assessore regionale all’Agricoltura, Salvatore Micone, a redigere, in tempi brevi, un Piano di controllo della specie.
“Dal canto suo – ricorda Ascolese – l’assessore Micone assicurò l’impegno del Governo regionale, ma a distanza di due mesi nulla ancora si sa del documento in questione, con buona pace di agricoltori e allevatori che continuano a subire i danni da questi ungulati, con il rischio che la diffusione della Psa causerebbe danni enormi alla zootecnia della nostra regione, oltre a creare pesanti restrizioni alla libera circolazione delle persone”.
Vista, dunque, la situazione emergenziale venutasi a creare, Coldiretti chiede al Prefetto “il Suo autorevole intervento affinché ciascuno dei soggetti partecipanti all’incontro, ognuno per le proprie competenze, possa riferire circa lo stato di compimento delle attività che erano state evidenziate relativamente al problema in discussione”.