“Domani, venerdì 3 marzo, in Consiglio regionale si decide il futuro della nostra acqua, si decide il nostro futuro, il futuro dei nostri figli e questa, forse, è l’ultima occasione per difendere un diritto”. Con queste parole si è espresso il sindaco di Campodipietra, Giuseppe Notartomaso, dal quale è partito anche un invito alla popolazione a seguire da vicino i lavori dell’Assise di Palazzo D’Aimmo.
La legge approvata impropriamente dalla Giunta Regionale approda domani nell’aula del Consiglio di via IV Novembre per essere discussa. Il dibattito sarà accesso così come pure la partecipazione, considerando come proprio per il ricorso presentato da alcuni Comuni, compreso quello di Campodipietra, la legge arriva domani in aula.
Per i giudici amministrativi, infatti, una scelta così strategica inerente all’organizzazione dell’Egam, alla sua attività, al suo funzionamento e alla governance dell’ente governo dell’Ambito non poteva di certo essere assunta dalla Giunta.
Ad annunciare battaglia ci sono poi i consiglieri di minoranza Iorio, Fusco, Sabusco e Cavaliere che hanno già fatto sapere come in aula interverranno “con opportuni emendamenti per escludere legislativamente ogni rischio di privatizzazione e speculazione, nell’esclusivo interesse dei comuni e dei cittadini molisani, e per definire il ruolo di Molise Acque all’interno dell’Egam, evitando doppioni inutili e scongiurando il ridimensionamento della stessa azienda speciale della Regione”.
Dal canto loro a portare avanti questa battaglia proprio i lavoratori e i sindacalisti di Molise Acque, chiedendo per la stessa un ruolo di rilievo nella gestione delle risorse idriche. Posizione avallata anche dal consigliere di Sinistra Italiana, Michele Petraroia, che ha detto di voler concordare un emendamento che garantisca l’affidamento della gestione del servizio a una società in house controllata dai comuni e con la partecipazione di Molise Acque.
Sullo sfondo di una questione che riguarda un bene di tutti come l’acqua anche i numerosi crediti che la stessa Molise Acque vanta dai comuni per le forniture. Si tratta di milioni di euro che non entrando nelle casse dell’ente mettono a rischio default l’azienda speciale.