Fare le liste, come non era mai accaduto in passato, sembra più difficile del previsto. L’esito delle Politiche del 4 marzo scorso ha lasciato strascichi anche in Molise, dove in molti più che correre per una candidatura cercano di defilarsi.
Paura di perdere? Probabilmente sì.
Capire cosa accadrà il 22 aprile in un clima di incertezza come quello che si respira a poche ore dalla presentazione delle liste non è facile. E la rabbia dei cittadini incarnata dai Cinque Stelle fa paura agli schieramenti tradizionali. Ma proprio nel centrodestra e nel centrosinistra chiamati, dopo la scorsa tornata elettorale, a interpretare al meglio la parola responsabilità, il panorama sembra quasi apocalittico.
Cambi di casacca dell’ultima ora, passaggi da simboli contrapposti, potrebbero in realtà inficiare non poco sulla scelta dei cittadini e sul cosiddetto voto d’opinione.
E di esempi di chi è passato da una parte all’altra, con la stessa semplicità con cui nel secondo tempo di una partita di calcio il portiere cambia rete, ce ne sono tanti.
Sindaci, amministratori, ma anche consiglieri regionali. A fare più scalpore sembra, infatti, essere il caso di Massimiliano Scarabeo, ex assessore regionale eletto in quota PD, ora passato al centrodestra di Toma, quasi certamente con il simbolo di Forza Italia.
Ma a fare da spalla al presidente dell’ordine dei commercialisti di Campobasso sarebbero anche sindaci come quello di San Polo Matese e Santa Croce di Magliano, Armandino D’Egidio, Donato D’Ambrosio, negli ultimi due anni e mezzo molto vicini al governo Frattura. Caso simile anche quello del primo cittadino di Vastogirardi, Andrea Di Lucente, in quest’ultima legislatura particolarmente, vicino all’assessore Pierpaolo Nagni.
Smentito, invece, il salto della quaglia di quest’ultimo che resterà in quota al centrosinistra di Frattura, candidandosi con una propria lista.
Ma affianco a questi ci sono gli esponenti di via IV Novembre, cinque anni fa eletti con la coalizione di centrosinistra e ora in pole per la corsa al fianco di Toma. Tra tutti il cognato di Patriciello, Vincenzo Cotugno, ma anche l’ex presidente del Consiglio regionale, Vincenzo Niro.
Intanto, in queste ore quello che sembra stare peggio è il centrosinistra, diviso da lotte interne e personalismi anche poco giustificabili. A pochissima distanza dalla consegna delle liste appare, infatti, impossibile trovare la quadra per un nome terzo che possa mettere d’accordo sia Frattura che Ruta. Con un risultato che rischia di non premiare nessuno dei due schieramenti alle urne. Un dettaglio questo che non interessa molto a diversi big della politica locale che si sarebbero già fatti i conti per occupare un posto in Consiglio regionale. Poco importa se in maggioranza o all’opposizione: il sole in via IV Novembre riscalda bene tutta l’aula.