Veri e propri enti inutili con al timone i ‘trombati’ delle scorse regionali. Nonostante le comunità montane continuino a essere enti fantasmi, in Molise continuano ad assorbire denaro pubblico.
Per la precisione oltre un milione 400mila euro è la somma stanziata dalla Giunta regionale che servirà a foraggiare le unioni di comuni nate negli anni ’70 e in Molise soppresse dall’ormai lontano 2011.
Una cifra sostanziosa che peserà sul Bilancio regionale e che dovrà andare a coprire fino al 31 dicembre gli stipendi dei dipendenti e i compensi dei commissari liquidatori il cui incarico, con decreto presidenziale numero 24 del 29 giugno scorso, è stato prorogato fino all’ultimo giorno dell’anno.
Bisogna poi precisare che il quasi milione e mezzo di euro stanziato con delibera 404 del 21 ottobre 2019 si aggiunge a poco meno di 900mila euro già liquidate dalla Regione nel corso del medesimo anno.
Cifre e numeri su cui a pesare sono soprattutto le spese per il personale che, in totale, ammontano a oltre 2milioni di euro.
Quasi 100mila400euro è, invece, la somma che la Regione impiega per i commissari liquidatori.
Sempre nella delibera di Giunta di recente approvazione, c’è poi l’impegno di spesa di ulteriori 500mile euro per la produttività. Ovvero, quei trattamenti economici accessori, con funzione incentivante, tipici del pubblico impiego a cui il personale aveva diritto fino al 2017.
Insomma, una bella fetta di denaro pubblico impiegata per un carrozzone che da tempo ormai sarebbe dovuto sparire.
Lo stesso personale delle Comunità montane, una cinquantina di dipendenti, sarebbe in realtà dovuto essere riassorbito nell’ente regionale.
Soprattutto alla luce dei recenti bandi, tra l’altro finiti sotto la lente di ingrandimento di sindacati e rappresentanti politici di minoranza e che, però, nulla dicono su questo tipo di personale.
Proprio qualche tempo fa sulla questione, il PD ha presentato una mozione per impegnare il governatore a procedere alla stabilizzazione nell’organico della Regione dei dipendenti degli enti in liquidazione.
Sul tema i consiglieri regionali, Micaela Fanelli e Vittorino Facciolla, chiedevano, inoltre, di attivare anche un immediato confronto con le forze sindacali e la Commissione consiliare competente, per approfondire l’apertura delle procedure di stabilizzazione.
Se la mozione dei dem è ancora in attesa di arrivare in aula ed è iscritta come 31esimo punto all’Ordine del Giorgio di domani, 29 ottobre, qualche tempo fa l’Aula di via IV Novembre ha invece approvato all’unanimità la mozione che ha avuto come primo firmatario il consigliere regionale pentastellato De Chirico.
L’atto che andava a toccare un altro fronte riconducibile a enti divenuti di fatto inutili, poneva sotto accusa la quota associativa che i Comuni continuano a versare senza ottenere in cambio alcun servizio.
La mozione che ha incassato l’ok dall’Assise regionale impegna Toma a porre in essere le azioni di legge per risolvere la questione dei contributi associativi anche attraverso modifiche alle vigenti disposizioni e a verificare lo stato della gestione liquidatoria entro e non oltre il 31 dicembre prossimo.
Data oltre la quale la speranza è che le Comunità montane, soppresse ma ancora in vita, smettano di nutrirsi di fondi pubblici che foraggiano, ed è un peccato doverlo ammettere, il nulla cosmico.