Cinghiali in Molise, Di Chiro e Tramontano puntano il dito contro la Regione, immobile all’emergenza

Il consigliere provinciale Riccardo Di Chiro

MARIA CRISTINA GIOVANNITTI

La Regione Molise fa spallucce sull’emergenza cinghiali. A puntare il dito contro con una delibera provinciale è il consigliere Riccardo Di Chiro, appoggiato dall’assessore Alberto Tramontano: “La problematica legata all’emergenza cinghiali è serissima e la Regione resta immobile” dice Di Chiro. “Sono anni – continua – che la Regione non risarcisce i danni provocati dagli ungulati”.

Per gli esponenti di palazzo Magno, non solo non vengono poste in essere azioni per ridurre il numero come per esempio gli abbattimenti selettivi, ma manca una legge regionale che dia la possibilità di macellare e commercializzare la carne di cinghiale.

“La preoccupazione sottolinea Di Chiro – è in primis per i numerosi incidenti stradali che mettono a rischio i guidatori e poi per le colture agricole e per i danni che questi animali arrecano ai prodotti del bosco come per esempio i funghi o i tartufi”.

Così nella delibera Di Chiro e Tramontano spiegano la situazione della Provincia di Campobasso che con iniziative ha cercato di risolvere il problema ma gestendo poche risorse. Tempo fa la l’ente di via Roma aveva percepito in via straordinaria 50 mila euro dalla Regione che ha investito nel progetto di controllo della specie nell’Oasi di protezione ‘MonteVairano’.

Ma come si direbbe, “il pesce puzza dalla testa: il problema si trascina da anni e non vengono proposti metodi per risolvere il disagio legato all’elevato numero di cinghiali sul territorio, che in media è di 2,5 animali per 100 ettari, soprattutto da parte della Regione Molise che, in qualità di Ente deputato alla programmazione e coordinamento della fauna selvatica, deve promuoverecosì come evidenziato dal consigliere Di Chiro – azioni e finanziamenti per tutelare i cittadini e il territorio”.

 

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