Seconda giornata della maratona per l’approvazione del bilancio in Consiglio regionale. In attesa della decisione del TAR Molise sul ricorso presentato dai consiglieri supplenti Massimiliano Scarabeo e Antonio Tedeschi, prosegue l’assise tra la linea del governatore Toma di andare avanti nonostante tutto e quella degli oppositori Iorio insieme al PD e al Movimento 5 Stelle.
Il Presidente della Giunta regionale, oltre ad assicurarsi in aula gli ex assessori, in attesa di essere rinominati in Giunta, si è assicurato anche il favore della ex più strenua oppositrice Aida Romagnuolo, eletta nella Segreteria della Presidenza del Consiglio regionale. “Per cinque mesi”, ha precisato l’ex pasionaria. Periodo al termine del quale, arrivati al giro di boa, si rimetterà tutto in gioco per la nomina del nuovo Ufficio di Presidenza e della Giunta regionale.
A Palazzo D’Aimmo, tra chi è in Aula e chi è collegato in streaming da casa, il dibattito è al vetriolo. Le opposizioni non risparmiano nulla al governatore Donato Toma, che per evitare di mandare tutti a casa si è blindato con le dimissioni degli assessori, tornati consiglieri, la sostituzione dell’ex consigliera Paola Matteo con Aida Romagnuolo nell’Ufficio di Presidenza. Anche Filomena Calenda si è riallineata alla maggioranza dopo il colpo di mano di dicembre, quando le due leghiste, insieme con Iorio, favorirono le minoranze, bocciando il piano dei trasporti.
In un dibattito aspro, il DEFR viene approvato con i soli voti della ritrovata maggioranza. Il PD vota no, così come Iorio, i pentastellati non partecipano al voto.
“Un documento di economia e finanza surreale già nella situazione pre-Covid, nulla più di una semplice enunciazione di principi triti e ritriti, che non contiene alcuno sforzo migliorativo, che non governa, non programma, non offre soluzioni ad una situazione generale già critica, aggravata oggi in maniera esponenziale dall’emergenza Covid-19, che ha impattato drammaticamente sul tessuto economico e sociale italiano e in particolar modo su quello molisano, che non si è ancora ripreso dalla crisi del 2008 e resta strutturalmente debole. Per porre un argine a questo tsunami sanitario, economico e sociale, c’era e c’è necessità di un poderoso intervento della Regione, che invece non c’è stato e non ci sarà. E anche se non fosse arrivata la pandemia a destrutturare il nostro già traballante sistema, questo Defr a poco sarebbe stato servito. Anzi, a nulla”, la nota di Micaela Fanelli.