La Regione Molise avvia l’iter per la composizione dell’Osservatorio regionale sul commercio. Tra gli obiettivi dell’organismo quello di “monitorare lo sviluppo e l’efficienza della rete commerciale regionale”. Una finalità questa, legata a doppio filo alla questione delle dibattute aperture domenicali e festive degli esercizi commerciali.
Era lo scorso 26 marzo, quando in un incontro sul tema, l’arcivescovo metropolita GianCarlo Bregantini aveva rivolto un appello alla Giunta regionale, “affinché nel giorno dedicato alla famiglia e al Signore i negozi potessero restare chiusi”.
A seguito dell’incontro, sulla questione si era espresso anche il presidente della Federcarni della Confcommercio, Michele Natilli, che in linea con il pensiero di Bregatini aveva chiesto come la “domenica tornasse a essere considerata sacra non solo per i credenti, ma perché consente all’uomo di ritrovare la sua dimensione umana e la sua libertà di non trasformarsi in una macchina che obbedisce esclusivamente a regole di mercato”.
Un monito, quello del prelato e di Nattilli, raccolto dallo stesso assessore regionale alle Attività produttive, Massimiliano Scarabeo, presente al convegno, che si era detto concorde con l’arcivescovo, assicurando un tavolo di confronto sulla questione. “Il lavoro festivo – aveva sostenuto infatti Scarabeo – è un tema serio al quale porre rimedio, anche alla luce di un decreto Salva Italia che pur estendo l’orario delle attività commerciali non è andato a influire sul calo dei consumi”.
Una promessa, dunque, quella dell’esponente dell’esecutivo Frattura, alla quale ha oggi fatto seguito “il provvedimento da parte del dirigente del servizio con cui, in base alla normativa, invita le organizzazioni di settore a designare i propri rappresentanti per l’Osservatorio regionale”.
“La Regione – commenta a caldo Scarabeo – oltre a rispettare i parametri di legge, vuole essere sensibile alle sollecitazioni che arrivano dagli operatori economici su un tema importante. Motivo per il quale – prosegue – l’auspicio è quello di una revisione delle attuali norme dettate dal Decreto Monti, affinché – conclude – sia trovata la e una strada capace di condurre, quanto prima, a una ridefinizione delle regole in materia.”
fab.abb