Le amministrative di primavera si avvicinano e qualcuno, in attesa che il rebus del nome di colui che correrà per lo scranno più alto di Palazzo San Giorgio venga sciolto, esce allo scoperto. A farlo questa volta sono i consiglieri uscenti e certi ricandidati alla prossima tornata elettorale: Francesco Pilone e Marialaura Cancellario.
I due esponenti, eletti nel 2014 con Democrazia Popolare, non ci stanno alla possibilità che a guidare la coalizione di centrodestra sia una persona proveniente dalla società civile, ma chiedono una figura politica. “Siamo per l’individuazione – dicono – di un’identità facilmente riconoscibile e capace di esprimere quella passione sentita che solo con il contatto quotidiano con la gente può maturarsi e implementarsi in scelte gestionali di successo”.
Dunque, nessuna riproposizione di quello che in Molise passa sotto il nome di “modello Toma”. Ovvero quello che, lo scorso aprile, portò ad eleggere come presidente della ventesima regione il commercialista con un breve passato nella Giunta Di Bartolomeo. Un nome questo, a capo di una coalizione che ha imbarcato molti di quelli che, 5 anni prima, decretarono la vittoria del governatore Frattura, leader di centrosinistra (ma con un passato a destra ndr).
Un modello, insomma, a metà tra vecchio e nuovo con tecniche già ampiamente sperimentate proprio nel capoluogo di regione, dove nel 2014 l’attuale sindaco Battista vinse inglobando nella coalizione dissidenti di quel centrodestra guidato da Di Bartolomeo, dove gli stessi avevano avuto ruoli di comando.
In fondo si sa: in amore, in guerra e in politica tutto è concesso. Così, se a livello nazionale sembra far scalpore l’adesione alla Lega del marito dell’eurodeputata ed ex ministro del PD, Cécile Kyenge, a Palazzo San Giorgio qualcuno come Pilone e Cancellario si appella a una “coerenza politica” quasi inesistente. “Perché in fondo – ci tiene a sottolineare Pilone – il meccanismo di voto del Comune è totalmente diverso da quello della Regione”.
Ma cosa fare se non si dovesse trovare la quadra? Pilone e Cancellario su quest’aspetto non hanno dubbi: “promuovere un sistema di coinvolgimento democratico”. Che semplificando vuole dire un’unica e sola parola: primarie.
Si tratta di un meccanismo preso in prestito dal centrosinistra, capace di coinvolgere il popolo nella scelta della figura più adatta a guidare la coalizione di centrodestra in corsa alle prossime amministrative. Un’opzione nemmeno tanto estranea alla medesima compagine politica che ha scelto di sperimentarla il prossimo 24 febbraio per il candidato sindaco di Foggia e per quello di Bari.
Un modello che sembrerebbe far gola a molti uscenti (anche del centrosinistra), in pole per riempire una casella sulla scheda, sulla quale lo stesso Pilone dice di essere disposto a figurare. “Nel caso sarei della partita”, dice infatti l’esponente di Democrazia Popolare che, insieme alla Cancellario mette al bando scelte calate dall’alto dicendo: “potrebbero risultare infruttuose anche in virtù del sistema elettorale che prevede la possibilità del voto disgiunto (non contemplato, invece, alle regionali ndr)”.
Ma la vera necessità, a pochi mesi dalle amministrative, per Pilone e Cancellario resta quella di sedersi tutti attorno a un tavolo. “Quello che auspichiamo – dicono i due – è un confronto politico urgente, nel rispetto, ovviamente dei ruoli e delle funzioni di ciascuno, ma soprattutto di chi in primis sarà chiamato alle scelte finali”.
Un colpo al cerchio e una alla botte quello che arriva da Democrazia Popolare i cui esponenti sembrano chiedere proprio agli interpreti di quei ruoli istituzionali di tenere conto di una partecipazione democratica, in cui le segreterie politiche non dovrebbero avere la meglio a discapito di chi “ha saputo aspettare il proprio turno”.
fabyabb