MARIA CRISTINA GIOVANNITTI
È stanco il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: ben due incarichi, come mai accaduto nella storia per un totale di 9 anni e così il 14 gennaio Re Giorgio decide di dimettersi, lasciando la supplenza provvisoria al presidente del Senato Pietro Grasso.
Impazza già il toto nome per la corsa al Quirinale, un lavoro arduo che vede nella rosa dei più quotati Romano Prodi, seguito da Stefano Rodotà, Massimo D’alema e Walter Veltroni. Esce dalle preferenze Emma Bonino, dopo aver annunciato di avere un tumore ai polmoni. Eppure spuntano anche i nomi di Ignazio Visco, governatore di Bankitalia e Sergio Mattarella, preferito dal Cavaliere Berlusconi, famoso per aver firmato la riforma elettorale della Repubblica, ovvero il noto mattarellum.
Chi voterà il prossimo Presidente? Nell’aprile 2013 a far parte della rappresentanza molisana c’erano stati Francesco Totaro del Pd, Salvatore Ciocca (Pdci) ed Angelina Fusco Perrella per il centrodestra. Stavolta il consiglio regionale si riunirà per votare la nuova delegazione con due rappresentanti della maggioranza ed uno della minoranza. A quanto pare è prevista per martedì 20 gennaio la nomina dei ‘grandi elettori molisani’.
Intanto anche dal Molise i messaggi di gratitudine sono stati tanti e tempestivi, da ogni carica e ogni schieramento politico. L’unico a celare amarezza e rammarico è stato Vincenzo Niro, presidente del Consiglio regionale, dispiaciuto per un Presidente della Repubblica che non è mai venuto in Molise, rispetto al predecessore Carlo Azeglio Ciampi che ha fatto visita nel 2002 per ben due volte. Il Molise è stata l’unica regione mai visitata in tutti i 9 anni, neanche in occasione dei 50 anni della Regione Molise: “Il mio dispiacere , il mio rammarico per la sua mancata presenza alle celebrazioni del cinquantesimo anniversario della istituzione della Regione Molise che abbiamo promosso nel dicembre 2013 e alle quali pure aveva manifestata la volontà di esserci. Sarebbe stato un evento davvero straordinario che avrebbe fatto da preludio a quello altrettanto eccezionale che poi si sarebbe registrato nella nostra terra il 5 luglio del 2014 con l’arrivo di Sua Santità Papa Francesco.”
Non solo: con il Molise e con il sud Italia Giorgio Napolitano, lui stesso uomo del meridione, ha un ‘debito’ in più rispetto ad una semplice visita istituzionale da fare. Correva l’anno 1997, precisamente il 7 ottobre, e il pentito Carmine Schiavone, boss dei Casalesi, rivelava alla Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul ciclo dei rifiuti il business dell’ecomafia. Sul Molise dichiarava: “Fino al 1992 noi arrivavamo nella zona del Matese (Isernia e le zone vicine) e a Latina, quella era una zona di nostra influenza. Nel Molise ovest c’erano le influenze bardelliniane o di Nuvoletta”.
Dopo queste dichiarazioni Giorgio Napolitano da Ministro dell’Interno, impegnato nella pubblica sicurezza e sorveglianza del territorio, diventerà Presidente della Repubblica in un periodo storico non solo di grave crisi economica ma di boom dell’ecomafia e della ‘Terra dei Fuochi’.
Oggi paghiamo le conseguenze di una politica interna che ha ‘dimenticato’ il bene del Paese: lo dimostrano i dati allarmanti dell’Istituto Superiore di Sanità con l’aumento vertiginoso delle malattie oncologiche proprio nelle terre di interramenti tossici ma soprattutto di una crescita di tumori infantili.
Adieu al Presidente Giorgio Napolitano.