GIUSEPPE FORMATO
Vincenzo Cotugno, eletto tra le fila di Rialzati Molise, è il nuovo presidente del Consiglio regionale del Molise. Il politico di Venafro succede a Vincenzo Niro, il quale nell’aprile 2013, con un blitz dell’ultimo momento, soffiò la poltrona più importante di Palazzo Moffa al cognato dell’eurodeputato Aldo Patriciello.
Una “elezione bulgara” ha restituito il maltolto di due anni e mezzo fa a Cotugno, nome sul quale hanno indirizzato i propri voti sia i consiglieri regionali di centrosinistra sia quelli di centrodestra. Diciannove le preferenze per Cotugno, due i voti per il grillino Federico.
“Ringrazio i colleghi della maggioranza e dell’opposizione di centrodestra – le prime parole di Cotugno dopo l’elezione al vertice di Palazzo Moffa – per la fiducia accordatami. E’ stato un bel gesto per far capire che solo uniti potremo risolvere i problemi di questa regione. Il mio ringraziamento va anche al mio predecessore, Vincenzo Niro, per l’opera svolta nei primi due anni e mezzo di legislatura. Un ruolo che mi investe di responsabilità. Non vedo l’ora di iniziare”.
L’ex governatore Iorio, in aula, ha spiegato che “in questo momento particolare per il Molise e per i molisani, occorre avere un’assise regionale forte, al fine di risolvere tutti insieme i problemi della regione, scopo prioritario dell’azione politica regionale, di maggioranza e di minoranza”.
L’esponente di Forza Italia, però, sul finire del Consiglio regionale, dopo le 22,30 di oggi, mercoledì 28 ottobre 2015, si è mostrato quasi pentito di questo accordo bipartisan, quando la pazza giornata di Palazzo Moffa ha visto il cambio di casacca del consigliere regionale di Grande Sud, Salvatore Micone, il quale ha traslocato nel centrosinistra, formando il relativo gruppo con l’assessore all’Agricoltura, Vittorino Facciolla. L’ex presidente della Giunta regionale del Molise ha criticato aspramente l’atteggiamento del consigliere di San Massimo, sottolineando come “cambiare schieramento politico per ottenere una poltrona è inaccettabile dal punto di vista politico e personale”.
Il centrosinistra, nelle ultime settimane, ha fatto spese dalle altre correnti politiche e se la vicinanza di Filippo Monaco era situazione nota, il consigliere regionale eletto con Democrazia Popolare, già dal primo pomeriggio, aveva annunciato di aderire alla coalizione di maggioranza.
Monaco, inoltre, ha formato un intergruppo, così come lo ha chiamato, insieme alle forze più estreme della sinistra regionale: Salvatore Ciocca e Nico Ioffredi. Questo nuovo raggruppamento avrà il suo peso specifico in Consiglio regionale, perché di fatto risulta essere la seconda forza dell’assise dopo il Partito Democratico.
Monaco, così, è riuscito a farsi rieleggere vice-presidente del Consiglio regionale, grazie ai voti del centrosinistra. Due anni fa, invece, fu il centrodestra ad aiutarlo per raggiungere l’obiettivo. L’altro vice-presidente, eletto con i voti della minoranza di centrodestra, è Nicola Cavaliere. Quattordici i voti per Monaco, quattro per l’esponente di Forza Italia. A nulla sono valse le due preferenze per Federico. Totaro, che lascerà l’incarico di coordinatore della maggioranza, ha votato scheda bianca.
I segretari dell’Ufficio di Presidenza di Palazzo Moffa saranno Carmelo Parpiglia, ex IdV, oggi ‘Molise di tutti’, eletto con tredici preferenze, e Giuseppe Sabusco dell’UdC, il quale ha ottenuto cinque voti. Un consigliere regionale ha votato scheda bianca, due le schede per Federico.
La lunga (pazza) giornata di Palazzo Moffa si è conclusa con la composizione delle Commissioni consiliari permanenti e dei rispettivi presidenti. Domenico Di Nunzio presiederà la Prima commissione; Salvatore Micone la Seconda; Salvatore Ciocca la Terza e Nunzia Lattanzio la Quarta.
Le Commissioni risulteranno, così, composte: la Prima da Di Pietro, Lattanzio, Di Nunzio, Niro, Iorio e Sabusco; la Seconda da Monaco, Veneziale, Micone, Cavaliere e Manzo; la Terza da Di Pietro, Di Nunzio, Ciocca, Federico, Ioffredi e Fusco Perrella; la Quarta da Ioffredi, Totaro, Fusco, Lattanzio, Parpiglia e Manzo.