“Perdere ulteriori posti di lavoro non è possibile, né accettabile. Non è ammissibile per il Paese, non lo è per quei territori più fragili come il nostro che rischiano di dover pagare un prezzo senza precedenti. Sono più che condivisibili le preoccupazioni dei sindacati scesi oggi in piazza nella Capitale per chiedere per tutti la proroga dei licenziamenti fino al prossimo mese di ottobre. Perché, fare a meno di un simile paracadute, metterebbe davvero a rischio l’atterraggio, che in questo modo si andrebbe a verificare su un terreno reso debole da una ripresa che ancora non si concretizza”. Interviene così la capogruppo PD in Consiglio regionale, Micaela Fanelli che in occasione della manifestazione dei sindacati davanti a Montecitorio, coglie l’occasione per fare il punto sui dati allarmanti del Molise. Soprattutto quelli che riguardano la disoccupazione.
“Secondo l’Ufficio Parlamentare di Bilancio a rischio ci sarebbero 130mila posti di lavoro. Oltre 500mila sia per Bankitalia che per le organizzazioni sindacali che, ipotizzano, si possa arrivare a circa 2 milioni di lavoratori. In tutti i casi parliamo di numeri elevati che devono allarmare e indurre a poter operare una profonda riflessione sull’impatto negativo che rischierebbe di divenire drammatico in contesti economici e sociali come quello molisano. In base ai dati INPS, – continua Fanelli – in Molise i percettori di NASpI sono 20.481; 2.447 quelli che percepiscono il pagamento diretto della Cassa integrazione straordinaria, 1.517 per la Cassa integrazione in deroga. Alla luce di questi numeri e considerando che la maggior parte delle piccole e medie imprese, anche con lo sblocco dei licenziamenti non procederanno ad attivare procedure di licenziamento per non privarsi della manodopera qualificata e, premesso che i numeri sono frutto di elaborazioni e stime fatte sulle ore di CIG richieste e non su quelle effettivamente utilizzate, si può ragionevolmente stimare che un 15% circa degli attuali cassintegrati potrà andare incontro a un licenziamento. Un numero che, indicativamente, in Molise si aggirerebbe intorno alle 600 unità.
Una stima prudenziale ma realistica e preoccupante per il territorio molisano, già messo a dura prova sul fronte dell’occupazione, i cui dati, ad oggi, fotografano una situazione che mai si è registrata in Molise. Il numero elevatissimo di NASPI, ovvero di disoccupazioni attualmente pagate dall’INPS, è ai massimi storici. Parliamo di poco meno di 21mila persone, per l’esattezza 20.481 percettori. Si tratta di persone che hanno una disoccupazione della durata massima di 2 anni, quindi una parte fa riferimento anche al periodo pre-pandemia. È un allarme sociale fortissimo su cui non è possibile tacere e a cui, ora, si aggiunge una nuova preoccupazione.
Fino a quando il sistema regionale del lavoro può reggere una simile condizione? Senza politiche attive del lavoro cosa sarà di chi ad oggi percepisce l’indennità mensile di disoccupazione? Per loro quale futuro?”
“La risposta a queste domande non può e non deve più essere rinviata. Quello che chiediamo è un impegno serio, concreto e reale per tutti coloro che in Molise hanno perso il lavoro. Un impegno immediato per ridare un futuro a giovani, meno giovani e famiglie. In Molise la politica sia vicina ai bisogni di lavoratori e imprenditori. Il Molise scelga il lavoro come perno su cui fondare una ripresa capace davvero di ridurre le disugluaglianze sociali e territoriali”, conclude Fanelli.