Dopo il via libera arrivato dal Senato per le manifestazioni popolari, itineranti e dinamiche avvenuto tramite l’approvazione all’emendamento della Lega, al Comune di Campobasso si inizia a lavorare per la sfilata dei Misteri.
Un Corpus Domini quello in programma il 19 giugno che, se tutto dovesse filare liscio, tornerebbe a riempire le strade del capoluogo dopo ben due anni di stop. A Palazzo San Giorgio si sta pensando a un nuovo percorso per gli Ingegni del Di Zinno capace di evitare le vie più strette come ad esempio quelle del centro storico.
Tutto dovrà, infatti, essere adeguato alla normativa anti Covid. Stessa cosa sarà valida per la fiera a cui pure si sta lavorando e che, ovviamente, dovrà essere pensata in una dimensione differente rispetto a quella a cui la città è abituata.
Dopo il fermo imposto dalla pandemia l’amministrazione Gravina sarà chiamata alla prova del nove, per la prima volta in assoluto nell’attuale legislatura. Al vaglio della città ci sarà, infatti, la macchina organizzativa guidata dall’attuale esecutivo di Palazzo San Giorgio che, dopo aver amministrato l’ordinario in emergenza, dovrà fare i conti con l’evento più grande per la città di Campobasso.
In realtà sarà il secondo Corpus Domini di questa legislatura, il primo fu quello a ridosso del voto per le amministrative, dove però l’attuale esecutivo eletto da pochissimo nient’altro fece che dare attuazione a quanto era stato già stabilito e organizzato dalla passata amministrazione di centrosinistra.
In verità il Corpus Domini 2019 politicamente, per la città di Campobasso, più che altro rappresentò la festa del Movimento Cinque Stelle che, all’epoca dei fatti godeva ancora di buona salute.
Quel giorno coincise, infatti, con la passerella che Di Maio, forte della recente vittoria del sindaco pentastellato, volle fare nel comune capoluogo.
Il volto macchiato di nero dell’attuale ministro degli esteri, i selfie dei cittadini con il giovane e bel primo cittadino, vengono ricordati al pari di ciò che però accadde con gli esponenti delle altre forze politiche e gli stessi giornalisti a cui venne negato l’accesso a Palazzo, consentito invece a molti parenti dei consiglieri in versione staff.
Nel 2019 il giorno più importante per Campobasso fu davvero la festa a 5 Stelle: tanto che nel pomeriggio della domenica tutti i neo eletti amministratori di Palazzo San Giorgio si radunarono a Vinchiaturo per l’assemblea del Movimento.
Ma per il Corpus Domini post pandemia lo scenario sembra essere decisamente cambiato. E non solo per un Movimento 5 Stelle ad oggi dilaniato da lotte interne e che ha perso consenso popolare, ma anche per un’amministrazione che a Palazzo San Giorgio sembra aver perso l’entusiasmo iniziale del tutto simile a chi voleva “aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno”.
Un’esaltazione affievolita nonostante le voci assai silenti delle opposizioni con cui il Movimento 5 Stelle non è costretto a dover fare i conti.
Ma nonostante ciò, in due anni di pandemia tante, troppe cose sono cambiate: quello che resta è un mondo nuovo, uno scenario politico differente e ci si augura un momento storico capace di mettere all’angolo un populismo senza visione e senza futuro.
Che dopo le feste autocelebrative sia arrivato il momento dell’umiltà?