Il premier Paolo Gentiloni arriva nel capoluogo molisano poco dopo le 18. L’ingresso su via Vico dell’hotel che lo ospita è blindatissimo. Ad attendere il Presidente del Consiglio (in carica fino alla formazione del nuovo Governo ndr), che fa tappa a Campobasso per sostenere la candidatura di Carlo Veneziale c’è una sala piena e un clima che Gentiloni definisce subito quello “giusto” per giocare la partita delle Regionali del prossimo 22 aprile.
Una sfida dal sapore diverso da quella che il 4 marzo l’ha preceduta e dove, ora, in capo al Molise “c’è una forte responsabilità”. “Non so se sapete che anche a Roma c’è una certa attesa per il risultato”, sorride infatti Gentiloni.
“In Molise – dice – avete tutte le carte giuste per avere una responsabilità di governo. Bisogna contrastare l’idea che alcuni cercano di far passare: quella che vedrebbe un confronto bipolare tra il centrodestra e i Cinque Stelle. Non dimenticate che chi fa credere di giocare separatamente sta facendo alleanze a Roma”.
Un passaggio sui competitor per nulla velato, che serve a ribadire l’idea di un “centrosinistra come unica alternativa seria a forze che vogliono portare il Paese indietro o a chi cerca di condurlo su un terreno sconosciuto e per nulla affidabile. Questa partita – rilancia il premier – possiamo vincerla, non c’è nemmeno bisogno di una ‘remuntada’, ma solo di convinzione e affidabilità”.
Gentiloni si sofferma poi sulle emergenze del Paese su cui bisogna continuare a lavorare, “perché – dice – abbiamo accompagnato l’Italia ad uscire dalla peggiore crisi del primo dopoguerra, ma nonostante gli sforzi il miglioramento non è ancora palpabile da un punto di vista sociale. Guai ad andare fuori strada. Ci può volere un attimo a disperdere i successi e non dobbiamo permetterlo”.
Nelle parole del numero uno del Governo c’è la vicinanza alle fasce deboli, ci sono i provvedimenti per il reddito di inclusione varati dal centrosinistra: due milioni di euro che, se da un lato “possono essere potenziati”, dall’altro rappresentano “una misura concreta”. Un segno tangibile che per Gentiloni poco ha a che fare con le promesse elettorali. “Che fine ha fatto – chiosa il premier – quella fiera delle velleità subito annientata nel battibecco della politica. Dove sono finiti quei miracoli di cui abbiamo sentito parlare prima del 4 marzo”, domanda Gentiloni alla platea. “La prova con la realtà è dura e – rimarca – non basta abbassare il tono o le ambizioni delle promsse elettorali. Il rischio grande è che la fatica di questi anni venga portata fuori strada”.
Un passaggio anche su uno dei temi caldi della politica locale: la sanità, quella pubblica che non vada a percorrere il sentiero della “speculazione privata”. Ritorna poi l’importanza di quei valori ambientali “propri del centrosinistra” che ha hanno portato al riconoscimento del Parco del Matese. Valori e azioni che per Gentiloni incarnano la capacità di governare, qualcosa di diverso dai risultati politici. Quegli stessi risultati su cui pende ora una grande responsabilità per il Molise “al voto nemmeno dopo due mesi da quel 4 marzo”.
All’incontro con Gentiloni tutti gli esponenti di quel centrosinistra “unito” di cui parla un Veneziale quasi commosso che ringrazia la platea per un “un abbraccio di affetto che il 23 diventerà gioia”.
In prima fila anche il presidente uscente Frattura e la squadra dei democratici. La segretaria Micaela Fanelli, l’ex senatore Roberto Ruta. Presenti Facciolla, ma anche Nagni, il sindaco di Campobasso, Battista e quello di Termoli, Sbrocca. In prima fila anche il segretario dei socialisti, Riccardo Nencini, nel capoluogo per la presentazione della lista.
Ad aprire l’incontro è toccato, invece, a un giovane imprenditore che, dopo gli studi in America e numerose esperienze lavorative in giro per il mondo, ha deciso di tornare a Cerro al Volturno per un “legame troppo forte con questa terra”, dove ha deciso di fare impresa. Un giovane cresciuto nel mondo che vuole puntare sul Molise e su una “politica a misura dei sogni” che ha.
fabyab