In Consiglio regionale è stato ritirato un emendamento, il cui voto avrebbe portato a un pareggio (dieci a favore e altrettanti contrari) con la conseguenza della bocciatura.
L’emendamento nella legge di bilancio prevedeva il passaggio dell’azienda speciale ‘Molise Acque’ da ente economico a non economico.
La paura di privatizzazione ha portato a una ‘ressa’ a Palazzo D’Aimmo e il ritiro dell’emendamento ha mandato nello sconforto i dipendenti dell’azienda speciale regionale, che nella mattinata di martedì 23 gennaio 2018 si sono recati in via IV Novembre durante la seduta dell’assise regionale.
Era presente una delegazione dei dipendenti, sottoscrittori di un documento (firmato il 28 dicembre 2017), che dava mandato a Pillarella, presente a Palazzo D’Aimmo, di farsi portavoce negli uffici regionali per la risoluzione di un problema previdenziale.
Ad oggi, l’INPS ha sollevato un problema per i dipendenti di ‘Molise Acque’. In servizio in un ente riconosciuto come economico, ci sono difficoltà con l’ente previdenziale di poter riconoscere, attraverso fondi pubblici, le somme del Trattamento di Fine Rapporto (Tfr). Sulla questione, nonostante il ritiro dell’emendamento, sta continuando a lavorare il commissario Pillarella, chiamato a trovare la soluzione auspicata dai dipendenti.
L’emendamento, che è stato ritirato, avrebbe trasformato ‘Molise Acque’ in ente non economico, perché – è stato spiegato ai dipendenti – l’ente economico, nel rispetto dell’attività di impresa, è legato al pareggio di bilancio tra entrate ed uscite, mentre con la trasformazione a ente non economico, anche sulla scorta di orientamenti giurisprudenziali, anche se l’attività è imprenditoriale, laddove ci sia il prevalente interesse pubblico cade quel vincolo.
“Qualsiasi attività – ha rimarcato Pillarella – viene portata avanti nell’interesse dei dipendenti e della collettività, ai quali nessuno mai toglierà il bene acqua quale risorsa pubblica, anche una volta che entrerà in vigore l’Egam, del quale ‘Molise Acque’ sarà parte integrante”.