Non sarà messa in liquidazione la società Autostrade spa del Molise, un carrozzone che continua a essere foraggiato con soldi pubblici. Benché dell’autostrada in regione non ci sia mai stata nemmeno l’ombra, i molisani continuano a pagare gli stipendi ai componenti di una società per metà a capitale regionale e per metà dell’Anas.
L’emendamento alla Legge di Stabilità presentato ieri, martedì 23 gennaio 2018, in sede di Consiglio regionale, dal governatore Frattura è stato respinto dall’aula. Un voto sul quale più che altro sembrano pesare gli equilibri politici in vista delle prossime regionali e con il quale il numero uno del Molise è stato messo in minoranza dalla sua stessa coalizione. Oltre al voto favorevole di Frattura c’è stato solo quello del vice presidente Facciolla e del consigliere Petraroia. Oltre ai due ‘sì’ arrivati dalle fila della minoranza: ovvero quelli dei consiglieri del Movimento Cinque Stelle, Antonio Federico e Patrizia Manzo.
La società Autostrada del Molise nata nove anni fa per un progetto mai realizzato, da sei anni chiude il bilancio in perdita. Così come è avvenuto nel 2016 dove il segno meno si è registrato affianco alla cifra di circa 190mila euro. La metà di questi soldi sono serviti a pagare compensi e rimborsi del Consiglio d’amministrazione e del Collegio sindacale, l’altra metà è servita a pagare servizi resi dall’Anas e le spese legali.
Ma a pesare sul mancato scioglimento della società non solo i voti del centrodestra, con l’ex governatore Michele Iorio sostenitore di un progetto di fatto polverizzato. A incidere sul mancato scioglimento è oggi la maggioranza di centrosinistra eletta cinque anni fa con la coalizione di Frattura. C’è il no del presidente del Consiglio Vincenzo Cotugno, e quelli dei consiglieri Vincenzo Niro, Salvatore Ciocca e Domenico Di Nunzio. Ad astenersi dal voto sono poi il figlio dell’allora ex ministro alle Infrastrutture Di Pietro, così come il consigliere Parpiglia. Ma a non essere presenti in aula al momento del voto sono anche Ioffredi, Scarabeo, Micone e Totaro.
L’autostrada non si farà, ma non sarà eliminato nemmeno il CdA: un altro paradosso tutto molisano, proprio alla vigilia di una campagna elettorale dove la questione dello sperpero dei fondi pubblici rappresenterà il leitmotiv dei candidati di tutte le forze politiche in campo.