Tutta la storia dei pozzi petroliferi di Cercemaggiore dagli anni ’60 fino alla scoperta dei livelli abnormi di radioattività nel terreno. È quanto ha riportato il consigliere regionale Salvatore Ciocca nel libro ‘Capoiaccio. Anno Zero’, presentato davanti a una platea di oltre duecento persone. Insieme a Ciocca, anche l’avvocato Jean Paul de Jorio, che ha firmato la prefazione del testo, e il giornalista Rai, Giovanni Mancinone, il quale ha moderato il confronto.
La Montedison, negli anni ’60, in contrada Capoiaccio a Cercemaggiore installò le sue torri estrattive. Cosa nascondono, dunque, i pozzi di Capoiaccio? Cosa trasportavano i camion che erano soliti arrivare in zona? Come mai tanti casi di tumore, un livello di notevoli dimensioni rispetto alla popolazione residente? Sono gli interrogativi, che per decenni sono rimasti senza risposte e sui quali ha provato a fare luce il consigliere regionale di Riccia.
Una pagina oscura del Molise sulla quale Ciocca ha iniziato a lavorare sin dal 2013, all’inizio della legislatura regionale. Risalgono all’anno successivo, dopo le sollecitazioni del politico al Ministero dell’Ambiente, le indagini dell’Arpa Molise, che rilevò livelli di radioattività dieci volte superiori alla normalità. Da quel momento iniziarono controlli da parte dell’Istituto Superiore di Sanità, mentre la Prefettura istituì una commissione d’indagine.
“Nonostante una relazione troppo generica – si è chiesto Ciocca – come mai l’area è stata recintata? La commissione ambientale che presiedo – ha sottolineato il consigliere regionale – ha invitato tre volte gli attuali dirigenti della Edison, adducendo motivazioni differenti. Ci devono dire cosa sia successo davvero in contrada Capoiaccio dagli anni ’60 in poi”.
“Il libro squarcia il velo del silenzio su uno dei disastri ecologici italiani – il commento di Jean Paul De Jorio – Quanto successo a Capoiaccio è meno conosciuto, ma non meno disastroso rispetto all’Ilva di Taranto. Rispetto a questi casi, uno dei compiti più difficili è quello di rinvenire i documenti, ma Salvatore Ciocca è stato bravo a ricostruire i fatti con documenti e dati alla mano. Ciocca inchioda la Edison, società francese, alle sue responsabilità. E questo è già un motivo di merito per il consigliere regionale”.
Nel corso della presentazione, l’intervento di una maestra dell’epoca nella scuola di Cercemaggiore, che fu una delle prime persone a chiedere lumi su quanto accadesse a Capoiaccio e sui motivi dell’aumento dei casi di tumore a Cercemaggiore. Un racconto emozionante, concluso con un amaro finale, a conferma dei tanti misteri sulla storia: “Fui isolata e trasferita per incompatibilità ambientale. Io ero l’incompatibile a Cercemaggiore e non i pozzi della Montedison”.
“Occorre fare chiarezza sulla vicenda – l’invito di Jean Paul De Jorio – e la Regione Molise dovrebbe attivare le procedure per la bonifica del sito, per capire cosa ci sia nei pozzi”.
“Mi impegnerò – ha concluso Ciocca – a trovare un sistema per ricercare la verità, ma soprattutto per reperire le risorse per riaprire quei pozzi, che hanno fatto il male di una comunità”.