“Il Price Cap è vittoria a metà, che non soddisfa appieno le industrie italiane”. E’ questo il commento del Presidente di Confindustria Molise, Vincenzo Longobardi, che prosegue: “Il tetto al prezzo del gas (o price cap) fissato dalla Commissione europea rappresenta sicuramente un successo diplomatico, ma non risolve i problemi del prezzo dell’energia nè tantomeno equalizza gli interventi dei singoli paesi dell’Unione. Piuttosto fornisce una sorta di paracadute comunitario in caso di shock pricing. Poco, ma meglio che niente”.
Da qui l’invito di Longobardi a riflettere sulla capacità intrinseca, come Paese, di far fronte alle crisi generate dalla dipendenza energetica. “Senza una politica strutturale, con interventi strutturali, non vi è futuro per la nostra industria. Il resto è solo un palliativo”.
La competizione con i grandi produttori asiatici non è possibile con un prezzo dell’energia ai livelli attuali, come già non lo era quando ci si affannava ai livelli precedenti, che oggi, in assenza di una “regolare” comparazione di mercato, ci sembrano ideali ed irraggiungibili. Inoltre sono vani gli sforzi indirizzati alla ricerca di fornitori alternativi alla Russia, poiché a loro volta dipendono da equilibri geopolitici fragili, instabili e spesso non dissimili proprio da quelli da cui ci vorremmo affrancare e che soprattutto non sembrano intenzionati a favorire politiche di prezzo per noi competitive.
Meglio puntare sulle fonti rinnovabili? “In parte sì”, commenta Longobardi, “ma come ampiamente documentato in letteratura, tecnicamente non possono rappresentare più del 50% del mix energetico. Anche le rinnovabili, comunque, nonostante l’emergenza attuale, arrancano ad imporsi, attardate ed impantanate nelle paludi burocratico-amministrativo-ambientali-paesaggistiche”.
“Quello che più spaventa di questa situazione è l’assoluta inconsapevolezza dell’opinione pubblica e della macchina politico-burocratica del rischio che stiamo correndo. La prova l’abbiamo nella fase attuale di approvazione del DL Bilancio, dove una norma ripristina gli oneri di sistema per le utenze al di sopra dei 16,5KWh. In parole povere, un appesantimento delle bollette, in particolare per le piccole e medie imprese che tra l’altro rappresentano ormai la debole ossatura industriale del Molise. Tutto il mondo imprenditoriale delle PMI si sta mobilitando contro il provvedimento che annulla tali benefici, che avevano l’indubbio vantaggio di essere certi, immediati e senza cavilli burocratici o esposizioni a situazioni di frode ed evasione. Anche noi come Confindustria Molise non possiamo fare a meno di appellarci alle nostre rappresentanze politiche (ho scritto infatti una nota ai parlamentari eletti in Molise) ad Presidente Donato Toma affinché facciano loro questo appello nell’interesse dell’economia e dell’occupazione in Molise”.