“Nonostante le rassicurazioni rilasciate negli ultimi mesi dal presidente Frattura e dall’assessore Facciolla la situazione dello Zuccherificio del Molise rimane in uno stato di incertezza sempre più marcato, che non lascia presagire nulla di buono sul futuro dell’impresa”. A parlare i consiglieri regionali di centrodestra, Fusco, Iorio, Cavaliere, Micone e Sabusco che in una nota sollecitano Frattura e Facciolla a salvaguardare uno dei poli più importanti della Regione, ‘suggerendo’ anche soluzioni da poter mettere in atto.
“L’unico risultato raggiunto finora, e parliamo sempre di politiche passive, è stato l’accordo raggiunto per la sottoscrizione di ulteriori tredici settimane di cassa integrazione, iniziate lo scorso 2 febbraio, considerando che non ci sono ancora ettari seminati e le condizioni per una ripresa dell’attività in tempi rapidi. Una decisione che ha colto di sorpresa gli stessi lavoratori, che speravano di poter ripartire con la nuova produzione. Così mentre i tre stabilimenti saccariferi del Nord, di proprietà della Confederazione Generale Bieticoltori Italiani e di Eridania, hanno sottoscritto con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali un accordo interprofessionale per effettuare la prossima campagna 2015 per lo zuccherificio di San Quirico, che riguarda oltre 1.200 bieticoltori della provincia emiliana su una superficie di circa 10 mila ettari, la questione dello Zuccherificio del Molise resta tristemente al palo, con le semine primaverili che sono fortemente a rischio, visto che i termini adatti per la campagna estiva stanno oramai per scadere. Le richieste dei coltivatori sono chiare: avere i crediti maturati con il prezzo minimo garantito, come dall’accordo sottoscritto lo scorso 25 aprile, e garanzie vere per la prossima semina primaverile. Perché non sono stati mantenuti gli impegni? I bieticoltori, difatti, sono ancora in attesa di ricevere il saldo relativa alla campagna saccarifera del 2014, che si aggira intorno ai 600 mila euro e che doveva essere corrisposto entro il 30 settembre; in questa situazione come è possibile solo ipotizzare di portare a termine le semine di metà marzo, che anzi rischiano di non essere effettuate come quelle autunnali? Qual è la volontà dell’Esecutivo? Come si pensa di mandare avanti la filiera? L’assessore Facciolla ha detto che la volontà è quella di mantenere in vita lo Zuccherificio, ma in queste condizioni come è possibile? Il comparto saccarifero attende risponde certe, come tante altre vertenze per le quali il Governo regionale non è riuscito a dare risposte finora. Ci direte che le difficoltà derivano dal prezzo dello zucchero che è passato da 700 euro a tonnellata a 400 euro, e da altre cause, tra queste il mancato recupero dei crediti vantanti con il colosso Sudzucker, problematiche che ci sono note, che riguardano tutto il territorio nazionale e che hanno spinto il Ministro Martina e il Sottosegretario Castiglione a chiedere alla Commissione Ue un dibattito urgente di alto livello sul comparto. Lo stesso Facciolla ha espresso soddisfazione per avere portato all’attenzione dell’Europa il tema della crisi del settore saccarifero. Ottima iniziativa, soprattutto necessaria in questo particolare momento, ma in attesa di questo cosa facciamo? Attendiamo il corso degli eventi? Lasciamo lo Zuccherificio senza materia prima e senza prospettive di ripartenza nell’immediato? In quale direzione ci si sta muovendo per il prossimo futuro? Può tornare d’attualità anche il tema della riconversione?”
“Perché – concludono i consiglieri – non si prendono a modello, come successo al Nord, le collaborazioni virtuose attivate tra le regioni, magari cercando di coinvolgere anche Puglia e Marche, tra l’altro, secondo l’Assessore Facciolla, percorso già attivato nei relativi Tavoli? Perché non si guarda con attenzione alle iniziative portate avanti da Eridania e dalle Cooperative di produttori bieticoli, come per esempio la Co.Pro.B.?”.