Inizia il vero e proprio countdown verso la visita di Papa Francesco. Un conto alla rovescia che porterà alla scrittura di una nuova pagina della storia molisana perché, per la terza volta in un trentennio, la Regione accoglie un pontefice. Un rapporto, quello tra Papi e Molise, che si radica nella persona di papa Celestino V, il noto Pietro del Morrone, persona semplice e umile (come ciascun molisano) che ha vissuto l’esperienza di fede più importante per il suo percorso spirituale, noto alla cronaca per “il gran rifiuto” (eletto il 5 luglio 1294, fu incoronato a L’Aquila il 29 agosto nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio, dove è sepolto ed esercitò il proprio ministero al di fuori dei confini dello Stato Pontificio.
Fu, inoltre, il sesto, dopo San Clemente I, Ponziano, Silverio, Benedetto IX e Gregorio VI ad abdicare) è Papa ancora amato del quale, appena qualche anno fa (2010), ne abbiamo celebrato l’800esimo della sua nascita. Da Celestino V a papa Francesco, passando per l’attesa visita, mai compiuta, di papa Benedetto XVI: quante cose sono cambiate per il Molise e lì, nel mezzo, ci sono gli appuntamenti con papa Giovanni Paolo II, due per l’esattezza, e quello troppo spesso dimenticato ma di straordinaria valenza storica di Guardialfiera dove, nel 1053 (ancor prima di papa Celestino V) Leone IX ebbe ad aprire per la prima volta la Porta Santa nel piccolo centro rurale a ridosso di dove oggi sorge la diga. Storia, quindi, che s’interseca a fede e devozione per visite papali che da sempre hanno arricchito la nostra terra e questa volta magistralmente incarnano lo status di “terra di periferia”, al centro della ministerialità di Papa Francesco dacché Papa.
Dal 1053 al 1995, da Leone IX a Giovanni Paolo II, per la prima e l’ultima volta in cui la storia regionale è cambiata abbracciando un Papa: tra una manciata di giorni Papa Bergoglio giungerà in Molise, diciannove anni dopo, per riscrivere una storia, quella degli anni della crisi e quella in cui tutti noi molisani cerchiamo il riscatto.