L’introduzione di una riserva del 5% per le aree interne stanziando per la prima volta 1,5 miliardi ai piccoli Comuni ed alle zone con difficoltà di accesso ai servizi di base; quasi 3 miliardi per le aree urbane piccole-medie e le grandi aree metropolitane; e soprattutto una maggiore flessibilità per gli enti locali, grazie allo scorporo del cofinanziamento per i progetti e gli investimenti strategici dal Patto di stabilità.
Sono queste le principali novità sul prossimo ciclo di programmazione dei finanziamenti dei FESR, Fondi strutturali che stanno emergendo a Bruxelles sulle modifiche al Regolamento 2021-2027 approvato a larga maggioranza in Commissione Sviluppo regionale lo scorso 14 febbraio e ora in attesa del voto finale in assemblea plenaria previsto per marzo. Se ne è discusso durante una conferenza stampa svoltasi presso la sede nazionale dell’Anci cui hanno preso parte tra gli altri Enzo Bianco presidente del Consiglio Nazionale Anci nonché capo della delegazione italiana del Cdr, Micaela Fanelli, coordinatrice della stessa l’eurodeputato Andrea Cozzolino, relatore per il Parlamento europeo del regolamento sul Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR). Grazie all’importante lavoro svolto dalla delegazione italiana a Bruxelles, che ci si augura venga confermato dalla Commissione e dagli Stati membri rendendo stabili le modifiche introdotte, il prossimo ciclo di programmazione è destinato ad aprire una nuova stagione di politiche espansive sul territorio. In particolare, sono previsti importanti investimenti nell’efficienza delle pubbliche amministrazioni locali e nella loro capacità di gestire i fondi europei, per migliorare i servizi alla cittadinanza e al territorio.
Parla di successo storico Micaela Fanelli. “Il fatto che per la prima volta nella storia del Fondo sullo sviluppo regionale il Parlamento europeo ha deciso di stanziare il 5% di risorse alle aree non-urbane, interne è un riconoscimento alla strategia nazionale per le aree interne messa in campo dall’Italia nel ciclo di programmazione in corso”.
Enorme soddisfazione anche per il presidente del Consiglio nazionale Anci, Enzo Bianco: “Non c’è città in Italia oggi che non stia realizzando infrastrutture importanti con i fondi con l’Unione europea. Siamo riusciti ad incrementare ulteriormente la dotazione budgetaria della politica di coesione portandola a 378 miliardi rispetto ai 330 proposti inizialmente dalla Commissione. Le nostre città potranno essere più competitive, in modo particolare quelle delle aree più depresse: è un grande risultato”.