Unimol agli ultimi posti della graduatoria Censis, il M5S interroga il ministro dell’Istruzione

La scorsa settimana il Censis (Fondazione privata Centro Studi Investimenti Sociali) ha pubblicato la propria annuale classifica delle università italiane, formulata allo scopo dichiarato di orientare migliaia di studenti pronti a intraprendere la carriera universitaria. Secondo questa graduatoria, l’Università degli Studi del Molise sarebbe ultima per qualità tra le piccole università. Sulla questione il Movimento Cinque Stelle ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Istruzione. 
I parlamentari molisani, Antonio Federico e Rosa Alba Testamento, chiedono “di definire un elenco di criteri oggettivi e vincolanti per stilare ogni forma di classifica delle università italiane, chiedendo anche regole di assoluta trasparenza per evitare qualsiasi situazione di conflitto di interessi tra valutatori e valutati. Possiamo annunciare già ora – fanno sapere i due – che la stessa azione sarà portata avanti anche al Senato dai nostri portavoce Luigi Di Marzio e Fabrizio Ortis”.
Secondo gli esponenti Cinque Stelle la graduatoria sarebbe “formulata sulla base di criteri parziali, ad esempio senza prendere in considerazione ricerca e didattica, e di indicatori del tutto opinabili come l’internazionalizzazione misurata sul numero degli studenti stranieri iscritti ai corsi. Criteri, quindi, legati anche al territorio di appartenenza delle università”.
 
“In questo contesto, inoltre, – proseguono i parlamentari – non può passare inosservato il fatto che il Censis, da statuto, esercita la sua attività istituzionale di ricerca dietro specifico compenso, su richiesta e per conto di pubbliche amministrazioni, quindi comprese le università. Il fondo di dotazione del Centro, tra l’altro, è alimentato da contributi, donazioni, lasciti, liberalità sulla cui fonte non è data alcuna informazione”.
“Va poi considerata un’altra prassi.  Prima di stilare la graduatoria, – le parole di Federico e Testamento – ogni anno il Censis invita le università ad aderire a un ‘Osservatorio sulla comunicazione on line delle università italiane’ tramite sottoscrizione di una ‘cedola di acquisto’ di un valore tra i 3.400 euro e i 5.900 euro più Iva. Vista la tempistica non vorremmo che l’adesione a questo Osservatorio fosse addirittura decisiva per ottenere un miglior piazzamento in classifica. È chiaro che chiunque voglia valutare e classificare soggetti che operano in un determinato settore, pubblicizzando i risultati delle proprie valutazioni presso gli utenti per orientarne le scelte, deve evitare ogni possibile conflitto di interessi, quindi deve evitare qualsiasi rapporto economico con i soggetti che pretende di valutare, ma deve operare sulla base di criteri oggettivi, condivisi e adeguatamente pubblicizzati”
“La pubblicità negativa a qualsiasi università, se basata su criteri non scientifici, oltre che un danno d’immagine crea un danno economico che si ripercuote sui servizi offerti agli studenti e se questi fuggono, il territorio muore. Ecco perché – concludono i parlamentari – abbiamo tutta l’intenzione di batterci per difendere il Molise, la sua università e automaticamente i tanti ragazzi, molisani e non solo, che la frequentano”.
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