La risorsa ittica nel Mediterraneo e nei mari italiani si riduce sempre di più. Come tutelare l’ecosistema marino senza rischiare di mettere a repentaglio la sopravvivenza dell’economia ittica?
L’onorevole del Pd Laura Venittelli, responsabile nazionale dem per la Pesca e l’acquacoltura, ha affrontato questo tema delicato in un incontro con gli operatori del settori, armatori, marittimi e filiera.
Il confronto è avvenuto al mercato ittico di Termoli, anche alla presenza delle autorità portuali militari.
“Come d’intesa con le marinerie, da cui abbiamo avuto il suggerimento, noi partiamo dal fermo di spazio, più funzionale al ripopolamento della fauna ittica. E’ fondamentale che le istituzioni scientifiche collaborino per validare la tesi proposta nella risoluzione”, afferma il deputato del Pd.
“Stiamo ragionando su tutte queste variabili, che saranno più chiare quando riusciremo ad avere i risultati dello studio scientifico – ha ribadito l’onorevole Venittelli – fino ad allora è chiaro che rimarrà in essere l’attuale sistema con la possibilità di incidere sul calendario del divieto alla pesca, in attesa di definire anche meglio le aree di ripopolamento da chiudere a qualsiasi attività di pesca, compresa la ridefinizione della fossa di Pomo, che può rappresentare una vera nursery dell’Adriatico e di proporre un ulteriore periodo antecedente al fermo e consistente nel divieto per le grosse imbarcazioni a strascico di pescare tra le 3 e lei 6 miglia marine dalla costa. Ma non solo sul fermo stiamo lavorando in Parlamento”.
L’occasione di sabato mattina ha permesso di fare un quadro riepilogativo delle iniziative assunte e delle norme varate negli ultimi mesi, a cominciare dalla cosiddetta finanziaria Blu, con l’iter di approvazione del testo unico in materia ittica al vaglio di Camera e Senato nei prossimi mesi e, inoltre, intervenendo con strumenti finanziari per aiutare le imprese di pesca in un momento storicamente debole per il comparto.
“In primis è stata sottolineata l’importanza dell’introduzione di un piano assicurativo nazionale per gli operatori della pesca e dell’acquacoltura – afferma ancora la parlamentare dem – attraverso il ricorso a un finanziamento nell’ambito dei fondi comunitari Feamp del 65%. Una prosecuzione estesa a tutto il Paese di quanto fatto nell’estate scorsa con l’emendamento Orbetello, dopo la moria di pesce nella laguna. Non ci siamo fermati qui. E’ stata presentata e approvata una risoluzione sugli strumenti finanziari a disposizione dell’Ismea, coi quali garantire anche alle imprese di pesca l’accesso al credito. Una iniziativa che avvia la cosiddetta fase operativa. Su questi argomenti a breve organizzeremo un seminario nazionale di divulgazione, informazione e formazione per gli operatori, invitando a relazionare proprio i tecnici delle agenzie governative di settore”.
In conclusione, vista anche la partecipazione di una delegazione termolese a Roma, ma soprattutto per l’interesse che nei vari segmenti costieri del Paese viene vissuta questa problematica, l’onorevole Venittelli ha ricordato la svolta significativa con cui le donne che operano nel mondo ittico, magari lavorando a terra e comunque a supporto di congiunti che hanno licenze di pesca, vengano equiparate ai fini previdenziali come gli imbarcati. La fine di una discriminazione assurda.