Ha riscosso un notevole successo di critica e pubblico l’opera “Volo” di Antonio Corbo alla Triennale di Arti Visive di Roma, la prestigiosa manifestazione, aperta dal 25 marzo al 22 aprile nella capitale, che da giorni raccoglie consensi unanimi sulla stampa nazionale e internazionale. Un successo, questo per l’opera di Corbo, che diventa un riconoscimento personale per un artista che negli ultimi anni ha fatto sempre più parlare di sé con prestigiosi riconoscimenti e continue presenze in gallerie, istituti italiani di cultura e musei tra i più celebri sia in Italia che all’estero.
Organizzata sotto l’egida dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, la mostra, curata da Gianni Dunil, e presentata da Achille Bonito Oliva e Daniele Radini Tedeschi, è stata allestita su uno spazio di circa 1000 metri quadrati in tre diverse sedi, nel cuore della città eterna, ovvero: il Complesso del Vittoriano (Ala Brasini), il Palazzo Velli Expo, a Trastevere, dove si trova l’opera del maestro Corbo, e la Fondazione Venanzo Crocetti.
L’intera esposizione giunta al termine di una accuratissima selezione sottolinea l’indiscusso valore artistico degli espositori e dunque del nostro Antonio Corbo.
Il catalogo della mostra, con le riproduzioni fotografiche di tutte le opere esposte, reca un saggio introduttivo di Vittorio Sgarbi che ha sottolineato come “il grande merito della manifestazione è quello di coinvolgere un notevole numero di artisti provenienti da tutto il mondo, selezionati accuratamente da rilevanti esperti e specialisti, favorendo lo sviluppo delle arti contemporanee”.
Sgarbi ha, inoltre, ricordato come “le Triennali di Roma hanno favorito la crescita di un forte interesse culturale per la manifestazione, divenuta ormai un appuntamento di rilevante importanza, regolare ed atteso. L’edizione 2017 ha confermato notevoli artisti del panorama contemporaneo (nelle precedenti edizioni erano esposte opere di Mario Schifano, Mimmo Paladino, Alighiero Boetti, Andy Wharol e molti altri)”.
“Come spiegato in sede di inaugurazione dal prof. Daniele Radini Tedeschi – afferma il maestro Corbo – il nome “Aeterna”, come è stata battezzata la mostra, è in stretto collegamento con il movimento artistico e sociale dell’Estetica Paradisiaca che invita a riflettere sull’eternità dell’arte. Un’eternità che – spiega il maestro Corbo – si contrappone all’effimero che, di regola, accompagna ogni mostra”. Insomma, secondo Corbo, Aeterna “è una mostra ancor più delle altre introspettiva, dove ogni artista tira fuori la propria spiritualità, in altri termini una parte della propria anima”.