Successo a Bonefro per la mostra di Michele Carafa e Sara Pellegrini

di Luigi Pizzuto

Ha chiuso i battenti con un successo meritato la mostra di Michele Carafa e Sara Pellegrini nell’ex Chiesa del Convento di Santa Maria delle Grazie.

Ancora una volta colpisce i visitatori la scenografica esposizione d’arte, tra antichi stemmi e voluminose arcate, da cui è possibile tirar fuori la cura dello sguardo che si ha dentro. Apprezzata, dunque, l’iniziativa dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Bonefro d’intesa con l’ Associazione Crea Tina.

In questo singolare contesto ambientale si fa sentire la voce dell’arte. Esaltante il racconto dei due coniugi artisti sulla condizione dell’uomo con una filosofia a forte impatto espressivo. La straordinaria sensibilità dello scultore Michele Carafa mette a fuoco non pochi interrogativi a cui si può dare risposta solo con la fede, racchiusa nella sfera dell’intimo.

Le sue opere sono ricche di luce anche quando prevale il buio nella storia dell’individuo. Le pieghe del tempo crucciano la parabola dell’io. Ma dietro l’angolo è sempre accesa una luce divina invisibile. C’è il risveglio di tanta voglia di comunicare nelle sculture di Michele Carafa.

Dai dettagli si sprigiona un legame sottile che prende per mano chi si ferma a guardare. Il dialogo dunque è assicurato da un linguaggio che unisce. Il racconto non è lineare. S’intuisce. Si configura sempre in uno spazio che aiuta a pensare. La percezione poi del canto di una voce coraggiosa aiuta senz’altro a risolvere le contraddizioni.

Senza dimenticare le cadute e le non poche fragilità in cammino. In questa elaborazione esistenziale la meta finale è più chiara. Colpisce il sipario che s’apre sul corpo di un Vecchio consunto non privo di spirito. Su tutto quello che accade vigila la sua esperienza.

Al centro della navata troneggia l’ Assenza. Tutta nuda. “Stanca” si piega accanto alla parete. Le forme astratte di Maternità abbracciano l’anima nel segno di una buona stella. Nel corpo dell’elegante scultura la vita nasce così. Si tratta di un miracolo modellato da mani sapienti dove non arriva mai la corsa della mente. L’opera di Sara Pellegrini, con i suoi toni cromatici e le sue geometrie a scalare, rende intelligibile una scena di vita che brilla. Qui la vita, con segmenti neri e grigi, viene scossa da un infelice destino. La metafora del viaggio esistenziale c’è. Eccome. Si condensa in tanti pezzi rialzati verso una circolarità che la luce vuole portare sempre più in alto. La gloria celeste è invisibile. Si avverte il respiro del sacro.

C’è senz’altro un interscambio felice su questo terreno tra i due coniugi. In questa visione sapiente si sciolgono i dubbi. Si attenuano le sofferenze. Le nicchie abbozzate della chiesa esaltano lo splendore di questo percorso di purificazione nel segno di non poche note e sacri pensieri.

A Michele Carafa si deve il tondo di Tina Modotti che verrà sistemato sulla facciata della casa della Modotti a Madrid. Dove la nota fotografa ha vissuto dal 1936 al 1939. Vale la pena visitare nel Convento l’ Archivio di Tina Modotti che contiene una ricca documentazione raccolta dalla scrittrice tedesca Christiane Barckausen. Da anni residente a Bonefro.

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