Mentre Putin blocca Instagram e Facebook ai giovani russi, i nostri invece i social continuano a usarli. Con numeri in grande crescita se si guarda all’ultimo periodo, quello della pandemia da Covid 19. Stando ad un recente articolo de ilSole24ore, basato sull’ultime ricerche effettuate dall’Osservatorio Scientifico dell’associazione no profit Movimento Etico Digitale i nostri ragazzi passano sui social più di 4 ore e non riescono a ridurre il loro tempo online.
Un’istantanea scattata grazie a una ricerca su oltre 2 mila ragazzi e ragazze di tutta Italia, con età compresa tra gli 11 e i 18 anni. È il 79% del campione a trascorre più di 240 minuti online ogni giorno, vale a dire 28 ore a settimana e 120 ore l’anno, che traslati in giorni fanno due mesi interi ogni anno. Numeri che spaventano, soprattutto se si pensa a quanti hanno provato a ridurre il tempo online e non ce l’ha fatta: oltre il 50%. I ragazzi raccontano di sbloccare il proprio smartphone tra le 100 e le 150 volte al giorno, usandolo per chattare e stare connessi ai loro coetanei, ma anche per usare i social, vedere un film o ascoltare musica.
Stanno salendo, poi, anche gli utenti che usano Facebook e simili per iscriversi a gruppi di gaming e gambling. Stando ad uno studio esclusivo di Giochidislots, infatti, ad agosto 2020 risultavano oltre 230 milioni di persone tra i membri attivi ogni mese in oltre 630 mila gruppi social dedicati al gioco.
“Sono tutti segnali che rimandano alla dipendenza dallo smartphone – ha spiegato il fondatore del Movimento Etico Digitale, nonché insegnante, Davide Dal Maso – sono talmente assorti mentre sono on line da percepire ogni interferenza esterna come intromissione indebita o attacco personale, hanno necessità di portare lo smartphone con sé ovunque si vada; hanno difficoltà a lavorare, concentrarsi, relazionarsi con gli altri a causa dell’uso continuativo dello smartphone che usano per sopperire a sensazioni di ansia e tristezza”. E a far aumentare l’uso degli smartphone e dei social, ovviamente, è stato soprattutto il coronavirus. Quando il mondo si chiudeva, infatti, la rete prometteva di tenere aperta la porta, di tenere accese le relazioni. Nascondendo però il suo significato nascosto di essere “portatori di ansia, depressione e senso di inadeguatezza se utilizzati in maniera smodata o poco consapevole” spiega ancora Del Maso.
Numeri che vanno monitorati e tenuti costantemente sotto controllo. Perché i social e gli smartphone hanno un grande potenziale, ma sono anche un rischio.