Tra i componenti della Commissione Nazionale, Michele Petraroia, intervenuto in rappresentanza del Molise, ha rilanciato la funzione storica di un partito politico strutturato in cui sono gli iscritti a decidere chi eleggere segretario, chi candidare alle elezioni e quale programma sostenere.
In una fase in cui è andata in crisi la rappresentanza democratica ed i cittadini non si riconoscono più in un’identità culturale condivisa, si sono creati spazi straordinari – scrivono Petraroia, D’Angelo e Ferri – che rischiano di essere riempiti dall’idea dell’uomo forte, leader solo e incontrastato, che non fa più riferimento ad un’ideologia o ad un soggetto politico collettivo, ma solo a sé stesso, alle proprie convenienze e alle proprie idee, mutevoli ed elastiche a seconda della circostanza. Trump, Farage, Orban, Salvini, Le Pen, Putin, Erdogan e tanti altri esempi confermano che la democrazia della rappresentanza viene progressivamente sostituita da una figura forte che prende il comando e decide arbitrariamente e in solitudine quello che si deve fare in quelle comunità.
Un partito strutturato che si ispira ai valori ideali, culturali e sociali della sinistra e quindi del lavoro, dell’ecologia, della pace e dei diritti sociali, può permettere a singoli cittadini, privi di potere, di unirsi e organizzarsi, per affermare la libertà e la democrazia contro ogni sopruso, sfruttamento, oppressione o dominio dell’uomo sull’uomo.
Non sarà semplice, tutto è a favore della semplificazione estrema e della delega in favore di una figura forte, ma se si vogliono tutelare le conquiste di dignità, protezione sociale, diritti sul lavoro e sovranità popolare, occorre uno strumento – partito in cui associarsi, ascoltarsi, unirsi e battersi insieme. E la bozza di Statuto e della Carta di Partecipazione di Sinistra Italiana, in via di completamento, rispondono a queste esigenze.