La paventata soppressione della Corte di Appello di Campobasso e degli altri uffici pubblici direttamente o indirettamente alla stessa collegati scatenerebbe un effetto a catena disastroso per la nostra economia regionale, perché porterebbe alla chiusura di uffici anche non giudiziari ed al trasferimento di migliaia e migliaia di nuclei familiari, con gli immaginabili deleteri effetti sulle imprese, sui lavoratori, sul commercio, l’agricoltura, l’artigianato e le libere professioni, in una parola sulla nostra intera economia locale, già duramente colpita dalla gravissima crisi economica in atto da anni. Lo scrive, in una nota stampa, la segreteria regionale di Sel. I nostri paesi si spopolerebbero, chiuderebbero altre imprese ed altri esercizi commerciali e tanti altri lavoratori rimarrebbero disoccupati.
Oltre a ciò, verrebbe gravemente pregiudicato il diritto alla difesa, specie per i cittadini più poveri, non in grado di sostenere le maggiori spese derivanti dal trasferimento in Uffici lontani e quindi la Giustizia diverrebbe un privilegio per pochi, per i più ricchi, che avranno così maggiori probabilità di vincere le cause. Come faranno poi i minori e le loro famiglie a recarsi più volte al mese o alla settimana presso i servizi sociali del Tribunale o Procura dei minorenni, magari di mattina presto? Dovranno ogni volta recarsi la sera prima ad Ancona o a L’Aquila? E quante spese in più dovrà sostenere lo Stato per spostare i detenuti dalle carceri locali alle sedi lontane per presenziare alle udienze?
Ed ancora, verrebbero soppressi importanti presìdi di legalità, quali le Questure ed i Comandi provinciali e regionali delle Forze dell’ordine, con altissimo pericolo di infiltrazioni malavitose nella nostra finora tranquilla realtà.
Né il discorso delle macroregioni può giustificare tutto questo, perché, se anche si andrà verso le macroregioni, questo non potrà significare arricchire i capoluoghi di regione e creare il deserto intorno, impoverire ancor più la periferia, rendere i ricchi ancor più ricchi ed i poveri ancor più poveri. Anche nell’ottica delle macroregioni, perciò, i servizi essenziali dovranno continuare ad essere diffusi sul territorio.
La verità è che la politica dei tagli e chiusure dei piccoli uffici giudiziari, iniziata dal governo Monti e proseguita da quello attuale, non fa né risparmiare i costi, né aumentare l’efficienza ed anzi produce aumento di costi e gravi inefficienze e disservizi per i cittadini.
Qualche giorno fa, vi è stata una autorevole richiesta della locale Associazione Nazionale Magistrati e del suo presidente Enzo Di Giacomo, che è anche presidente di un tribunale civile, oltre che del locale Ordine Distrettuale Forense di incontrare Renzi per sottoporgli una proposta alternativa, che potrebbe evitare la chiusura dei piccoli uffici facendo pubblicare le sentenze definitive civili in un anno, con conseguenti enormi vantaggi in termini di efficienza e di risparmio di spesa. Perché Renzi, che a parole dice di voler abbreviare i tempi della giustizia, non risponde? Renzi, se ci sei, batti un colpo!!