Il modello di scuola inclusiva dell’Istituto Alberghiero ‘Federico di Svevia’ di Termoli è stato al centro del Laboratorio di alternanza scuola-lavoro e orientamento progetto di vita del Corso di specializzazione per le attività di sostegno didattico nella scuola secondaria di secondo grado organizzato dall’Università del Molise.
La testimonianza, offerta alla platea degli iscritti, è stata condivisa dal direttore del Corso, il professore Filippo Bruni, e dalla docente titolare del Laboratorio, professoressa Costantina Sabella.
Per la scuola superiore sono intervenuti il dirigente scolastico, Maria Chimisso, le docenti del gruppo inclusione Cinzia Grafone (referente), Rachele Berardini e Concetta Maiorino insieme a Rossano, uno degli studenti con disabilità dell’istituto Alberghiero, alla mamma e alla sorella.
Sono quasi sessanta i docenti per l’inclusione in servizio nella scuola e quasi centocinquanta gli studenti con Bisogni educativi speciali.
“Questo dato – ha osservato la preside Chimisso – è un motivo di vanto e ci permette di sviluppare una mentalità inclusiva”.
Nel corso degli interventi sono stati illustrati i progetti e le iniziative realizzate nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro e dell’orientamento con un occhio di riguardo alla trasformazione del mercato del lavoro, alla necessità di formare e di dare competenze agli studenti cercando di intercettare i circuiti nazionali e internazionali.
“Nei progetti – è stato rimarcato – si cerca di valorizzare il gruppo classe favorendo le autonomie e la partecipazione di tutti gli studenti attraverso metodologie efficaci, all’ascolto dei bisogni e allo sviluppo delle potenzialità di ogni singolo alunno coinvolgendo sempre la famiglia e il mondo esterno alla scuola”.
Nella sua testimonianza ed esperienza di vita Rossano ha mostrato grande entusiasmo evidenziando i vari progetti cui ha partecipato come l’assistenza e l’accompagnamento dei pellegrini a Lourdes, i laboratori attivati, le visite nelle realtà del territorio e altre opportunità offerte. Tutto questo sempre insieme ai compagni – ai suoi amici – e alla piena condivisione della scuola come punto di riferimento per un percorso di crescita e di preparazione a quello che sarà il momento più importante e delicato, soprattutto per un ragazzo con disabilità: “il dopo”.