“L’anno scorso il taglio di quasi 3milioni di euro ha riguardato solo la Fondazione Giovanni Paolo II, alla quale era stato assicurato che sarebbe stata l’ultima volta prima dell’attuazione dell’integrazione pubblico-privato. Di sicuro a distanza di un anno possiamo tranquillamente affermare che la Cattolica ha sbagliato a fidarsi”. Particolarmente dura la presa di posizione contro il governatore Frattura che arriva da Largo Gemelli.
Dopo i tagli del 2015 la speranza della Fondazione Giovanni Paolo II era che la struttura venisse risparmiata da quelli del 2016, ma così non è stato.
“In due anni – dicono da Largo Gemelli – alla Fondazione sono stati tagliati oltre cinque milioni e mezzo di euro sul budget precedente, rendendo vani tutti gli sforzi portati avanti da tutti coloro che vi lavorano, i quali hanno messo mano a vari processi di riorganizzazione per ottenere un buon livello di efficientamento della struttura, senza parlare di licenziamenti e continuando a mantenere i livelli di qualità dell’assistenza che hanno sempre contraddistinto la struttura di proprietà dell’Università Cattolica e, nello stesso tempo, ottenere il pareggio di bilancio e l’equilibrio economico necessario a garantire una buona prospettiva futura. Si è potuto così dimostrare – proseguono dalla Cattolica – che la Fondazione è una struttura che può dare assistenza di qualità e equilibrare costi e ricavi, quindi può essere senz’altro una risorsa per la regione Molise,, per i cittadini molisani e per tutti i pazienti che la scelgono per farsi curare. Ma adesso abbiamo capito che tutto è stato inutile perché qualcuno ha deciso di farla fallire, di farla chiudere, di rendere vani gli sforzi di tutti i lavoratori che hanno fatto anni di sacrifici per la struttura e di tutti quei pazienti che continuano a volersene avvalere per la qualità delle cure”.
Drammatico anche l’epilogo paventato da Largo Gemelli nella nota diramata.“È chiaro che – fanno sapere dalla Cattolica – chi, per due anni ha pesantemente penalizzato tale struttura, non può pensare che si possa sopportare tutto questo come se niente fosse e, quindi, quando qualcuno inizia a paventare la chiusura non potrà stupirsi se il Molise perderà un centro di eccellenza che oltre ad accogliere i pazienti con competenza e spirito cristiano lo fa pure ottimizzando i costi e quindi la spesa della regione. Adesso – si legge in ultimo – si attende di capire dalla gente comune del Molise che posizione vogliono prendere nei confronti di tale prospettiva sempre più verosimile”.
Le proteste per il decreto 63 della commissario della sanità Frattura arrivano anche dal Neuromed. In modo particolare la struttura di Pozzilli impugna il tetto stabilito per i posti letto per chi viene da fuori regione e che ne vede sparire 11. Un provvedimento per il quale il Neuromed ha deciso di rivolgersi al Tar.
Una vera e propria bufera sulla sanità molisana dove ad alzare le barricate, oltre al pubblico, sono ora anche le strutture private.